Nel 2015 in Penisola sorrentina, a differenza di oggi, non ce la si passava granché bene. Anzi, la situazione era davvero allarmante. Qualcuno, come l’ingegner Antonio Elefante, parlò addirittura di “Sistema Roma”…

…radicato anche in un Comune della Penisola Sorrentina che va anche molto al di la, assumendo le connotazioni di un vero e proprio sistema mafioso che regge il potere con la violenza dei comportamenti I soprusi e le minacce.

Per fortuna lui, Elefante, rassicurava poi tutti precisando…

…io non mi lascio intimidire e di certo non mi piegherò.

Parole che suonavano come un macigno. Parole che erano seguite, pochi giorni dopo, esattamente cinque anni fa, il 15 gennaio del 2015, da un commento di fuoco pubblicato sul sito Politica in Penisola, gestito dal giornalista Vincenzo Califano. Califano lanciava un vero e proprio allarme (leggi qui)…

Oggi rubare nella pubblica amministrazione o distrarre risorse per finalità diverse da quelle apparenti, dichiarate o che si leggono sugli atti è un esercizio molto semplice e diffusamente praticato da parte della burocrazia municipale e dellapolitica (tanto per restare a livello locale) consapevoli dell’assoluta inesistenza di controlli sia da parte degli organi preposti (istituzionali e tecnici) sia della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che dovrebbero sovrintendere ai controlli in materia. Per impugnare un atto che si giudica illegittimo o illegale un Consigliere di opposizione dovrebbe sostenere una spesa considerevole innanzi al competente TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Non esiste organismo terzo che eserciti un’asettica vigilanza, nonostante gli Enti siano dotati di Nuclei di Valutazione, Revisori dei Conti e Dirigenti specificamente preposti a sovrintendere all’anticorruzione.

Califano faceva anche sapere che…

…Rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, direttamente o per tramite le Forze dell’Ordine, è nella maggior parte dei casi infruttuoso e inutile, senza parlare della Magistratura che indaga e scopre solo la punta dell’iceberg. Così nelle migliaia di amministrazioni pubbliche si ruba a più non forza con il conforto di atti apparentemente corretti, ma che, a un’analisi non sprovveduta e anche superficiale, si confermano essere dei veri e propri latrocini….

La colpa, seconda l’acuto opinionista era da ascriversi alla soppressione di un organo importante, il Comitato Regionale di Controllo che un tempo esercitava la vigilanza sugli atti degli enti locali.

Da lì era cominciata…

…la pacchia per tutti coloro che avevano mani in pasta e il Paese è praticamente finito in mano a vere e proprie bande bassotti travestite da Sindaci, Assessori, Consiglieri Comunali e Provinciali tanto per restare a questo livello. Gradualmente una classe dirigente è stata accantonata fino ad essere letteralmente esclusa da tutti i giochi da parte di un Ceto Politico corrotto e connivente con i poteri delinquenziali e financo criminali. I risultati stanno sotto gli occhi di tutti e ormaisolo frange di irriducibili cercano di contrastare, con i pochi mezzi che hanno a disposizione, il malaffare eretto a sistema di governo della cosa pubblica. Prezioso è, o meglio è stato, il ruolo dell’informazione. Anche questa, però, si è vista ridurre progressivamente gli spazi di agibilità con tutti i modi possibili: sul piano delle leggi che mortificano sempre di più l’esercizio del controllo affidato all’informazione che dovrebbe essere il cane da guardia contro il potere politico, sul piano delle connivenze attraverso una vera e propria corruzione degli addetti ai lavori, giornalisti ed editori, per omologare la conoscenza e tacitare gli oppositori.

Una degenerazione che aveva portato alla esclusione di…

…sempre più ampie fasce di cittadini dalla partecipazione attiva alla vita pubblica, questo Ceto politico è riuscito a consolidarsi erigendo solide difese mascherate nelle vesti di riforme, per conservare il potere sine die tenendosi al riparo da qualsiasi controllo o interferenza. Una corruzione civica oltre che etica e morale che ha contaminato anche ampie fasce di quanti sono preposti ai controlli e alla pubblica sicurezza. Oggi il cittadino è davvero indifeso contro questa mafia dei colletti bianchi cui è riuscito pure il miracolo di rendere insensibile, indifferente la Gente verso il malcostume e la malagestione pubblica. Oggi ispirarsi o richiamarsi in pensieri e in fatti a principi di legalità significa soltanto essere estemporaneo rispetto a un comune sentimento che è stato contaminato dalla mala erba della corruzione.

Un discorso in generale quello di Califano, ma nemmeno troppo. Perché a distanza di solo una settimana, riprendendo le parole dell’ingegner Elefante e commentando gli arresti di alcuni amministratori pubblici nella vicina Pompei, con un nuovo editoriale in cui così presagiva…

Nel suo scritto Califano spiegava che…

…Insomma la giustizia fa il proprio corso, spesso lento, ma poi presenta il conto a chi ha sbagliato… Restando sul tema, abbiamo registrato e pubblicato una dura denuncia dell’ing. Antonio Elefante, ex capo dell’UtC a Piano di Sorrento, e da quasi un anno assessore al Comune di Vico Equense, che rivolge pesanti accuse a uomini dei palazzi comunali della Penisola Sorrentina non meglio identificati.

Addirittura si parla di comportamenti mafiosi circostanza per la quale, apprezzando il coraggio dell’Ingegnere, sarebbe opportuno e doveroso che circostanzi la denuncia politica e la formalizzi sul piano giudiziaria stante la gravità delle accuse sollevate.

Questa era l’aria che si respirava giusto un lustro fa. Questo clima abbiamo trovato, settando il timer della De Lorean al gennaio del 2015.

Questa l’aria ed il resto?

A Sorrento, giusto per provare a contestualizzare, Giuseppe Cuomo si apprestava a concludere il suo primo mandato da Sindaco. A Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani era tornato da un anno e mezzo nella carica di Primo Cittadino. A Meta c’era già Giuseppe Tito che pochi mesi prima aveva scalzato Paolo Trapani dallo scranno più alto del Palazzo di Città. Infine a Piano di Sorrento, Giovanni Ruggiero, dopo otto anni di convivenza, aveva da poco defenestrato il suo vice-Sindaco Vincenzo Iaccarino ed uno dei suoi assessori di maggior peso Pasquale D’Aniello.

Oggi quasi tutto è rimasto immutato. Quasi, perché – ironia della sorte – proprio i due defenestrati (Vincenzo Iaccarino e Pasquale D’Aniello) occupano il ruolo di Sindaco e vice-Sindaco a Piano di Sorrento.

Possibile che solo questo cambio sia stato sufficiente a modificare quel clima?

Possibile che le indiscutibili e proverbiali battaglie di etica e e di legalità di Vincenzo Iaccarino e Pasquale D’Aniello siano riuscite in questa impresa che appariva epica?

Occorre davvero approfondire.

Dr. Emmett “Doc” Brown