Si tratta di un pamphlet, come lo ha definito lo stesso autore, Vincenzo Califano, fino a qualche mese fa portavoce dell’ex Sindaco Vincenzo Iaccarino ed ora a fianco di Iaccarino nei panni di ideologo e tattico. Un racconto, dal titolo Gli Immarcescibili, pubblicato un po’ di giorni fa, in cui Califano racconta quelli che sarebbero i retroscena vissuti da lui in prima persona in questo ultimo quinquennio trascorso a fianco di Iaccarino.

Un racconto in cui Califano se la prende praticamente con tutti coloro che si sono collocati nel campo avverso, ma anche con chi ha scelto di tirarsi fuori dalla mischia, ma in cui è la Chiesa locale ad essere la principale accusata.

Lo chiarisce da subito Califano che la colpa della sconfitta di Iaccarino è solo ed esclusivamente della Chiesa locale…

Sarebbe ipocrita, in questa narrazione non svelare un segreto di Pulcinella di cui però nessuno tra gli addetti ai lavori e i media ha parlato: cioè il ruolo svolto in tutta questa partita elettorale da una componente della Chiesa locale e dalla sua variegata organizzazione che, mai come in queste elezioni, ha calato sul piatto della bilancia tutto il proprio peso, in modo addirittura irriverente rispetto a stagioni passate nelle quali certi rapporti e certi sostegni avevano almeno il pregio della discrezione.

Califano chiama poi anche in causa l’ex Parroco della Chiesa di San Michele, oggi Vescovo di Avellino Monsignor Arturo Aiello ed aggiunge…

Si tratta della Parrocchia di San Michele Arcangelo diretta da Don Pasquale Irolla, parroco facente funzione in qualità di Amministratore parrocchiale, per volontà del suo predecessore Mons. Aiello oggi Vescovo di Avellino che ne ha praticamente blindato il suo ruolo.

Quali sarebbero le responsabilità della Chiesa Califano lo spiega poi nelle pagine successive, quando ci parla di coloro che lui definisce “figliastri”, vale a dire di quella generazione…

…partorita in gran parte da un certo associazionismo cattolico prevalentemente targato Parrocchia di San Michele Arcangelo…un articolato sistema che è riuscito ad imporsi come una vera e propria forza autonoma e all’occorrenza fiancheggiatrice di una parte politica, fino a compiere il passaggio decisivo con l’assunzione di una propria fisionomia direttamente in seno all’Amministrazione della Cosa Pubblica. Oltre al governo della fede questa comunità gestisce insieme al Centro Parrocchiale San Michele anche realtà di natura socio-economica come la Casa di Riposo San Michele e l’omonima Scuola Parificata ospitata in locali di proprietà comunale.

Anche se non si tratta di un “figliastro”, Califano dedica un passaggio anche a Michele Gargiulo il Priore della Confrtaternita Morte Orazione…

…che ha trasformato la Congregazione in un vero e proprio centro di potere interlocutorio rispetto alla politica amministrativa non allineata al sistema.

Vi sarebbe poi, sempre a detta di Califano, il “Braccio armato politico” del Sistema Parrocchiale, incarnato da Giovanni Ruggiero e Rossella Russo.

Dopo la descrizione dei protagonisti, l’ex portavoce di Vincenzo Iaccarino, spara poi la sua accusa pesante…

Si tratta di un vero e proprio corpo sociale a sé stante rispetto alla comunità laica, costantemente impegnato a difendersi dal rischio di una contaminazione civica che possa alterarne equilibri consolidati. Eventualità che ne pregiudicherebbe la tenuta e lo stesso potere negoziale che affonda salde radici nel paese condizionandone il quotidiano svolgimento di attività, di relazioni e di opportunità che spesso restano prerogative degli appartenenti al sodalizio.

Una vera e propria lobby, insomma, anche se l’autore non cita mai questo termine.

Un “lobby” che ha di fatto decretato la sconfitta di Iaccarino alle ultime elezioni, grazie al pressing di Don Pasquale Irolla, del Priore Michele Gargiulo e, soprattutto, grazie ad una…

…visita eccellente…

…ricevuta da Rossella Russo (Monsignor Aiello?) e che l’avrebbe indotta a non candidarsi con Iaccarino lasciando campo libero a Ruggiero – schierato a sostegno di Salvatore Cappiello – per non spaccare la “lobby”.

Una ricostruzione, quella di Califano, che potrebbe anche essere verosimile, per carità, se lo scrive lui, ma che ha una enorme pecca: è tardiva.

Sarebbe stata infatti molto più credibile se fosse stata fatta quando ancora Iaccarino sperava di portare quella che Califano definisce implicitamente “lobby” dalla sua parte.

Sarebbe stata infatti molto più credibile se fosse stata fatta cinque anni fa, quando Iaccarino strinse un patto con quella che Califano definisce implicitamente “lobby” e ne raccolse in premio ingenti quantità di voti, perché mica Califano ci vorrà far credere che cinque anni fa la “lobby” sosteneva i 5 Stelle o i Podemos di Raffaele Esposito?

Sarebbe stata infatti molto più credibile se fosse stata fatta nei cinque anni in cui Iaccarino (e Califano) hanno governato fianco a fianco con quella che Califano definisce implicitamente “barccio armatico politico della lobby”, lasciando ancora più spazi di manovra che per il passato.

Oggi, non ce ne voglia l’autore, ma sembra quasi uno sfogo di frustrazione.

Seppure fosse, non si sputa nel piatto in cui per cinque anni ci si è abbondantemente sfamati.