In questo nuovo viaggio. In questa nuova inchiesta ci piace partire da un documento.

E’ lì – a nostro avviso – la chiave di tutto, almeno da un punto di vista “cartaceo”.

Si tratta di un atto sottoscritto dall’ingegnere Graziano Maresca nel gennaio del 2015. Un documento con cui l’allora capo dell’ufficio tecnico del Comune di Piano di Sorrento comunicava al signor Pollio Martino, nella qualità di amministratore della società MA.S.TO. s.r.l. (ricordatevi dei puntini)…

“…l’avvio del procedimento finalizzato all’emissione del provvedimento negativo per l’istanza avente ad oggetto il progetto di recupero e valorizzazione dell’immobile in Via S.Pietro, assunta al protocollo Comunale n°24993 del 07/11/2013 – pratica edilizia n°576/2013”.

Parliamo in effetti di quell’intervento che pochi giorni fa invece si è concretizzato – come da noi riportato (leggi qui) – nel rilascio di un permesso a costruire, in favore della stessa società MA.S.TO., ai sensi dell’art. 5 della Legge regionale n. 19/2009: il cosiddetto Piano Casa.

A leggere le ragioni per cui Maresca tre anni fa bocciava senza appello il progetto che portava la firma dell’Ingegner Antonio Elefante c’è da rimanere sorpresi. Tale e tanti erano le contestazioni che muoveva Maresca che davvero non si riesce a capire come sia stato possibile cambiare così radicalmente idea.

Andiamo con ordine, però, e leggiamo cosa scriveva l’ex responsabile dell’ufficio tecnico nel suo atto:

  • Dal confronto della planimetria allegata alla licenza n°334/29/74 del 22/05/76, Tavola “2”, con quella attuale si evince che l’intero fabbricato (Plesso “A” e “B”) è dislocato ad una diversa distanza dai confini. Infatti, il progetto del 1974 prevedeva una distanza dalla stradina laterale di 16 metri contro i circa 4 metri indicati nello stato attuale dei luoghi;

  • Nella planimetria allegata alla licenza edilizia del 1974 non si evince il varco di accesso dalla strada comunale;

  • La pianta del piano terra si sviluppa, nei grafici della licenza edilizia, su una lunghezza di 34,60 mt. contro gli attuali 35,26 mt. (rientrante nel limite del 2% così come stabilito dall’art.34, comma 2-ter, del D.P.R. n°380/01 e s.m.i.);

  • La pianta attuale del primo piano, oggetto di successivo condono edilizio per il solo mutamento della destinazione d’uso, si presenta difforme per la sua larghezza. Nello stato attuale si evince una larghezza, misurata tra i balconi opposti, pari a circa 13,8 mt. contro i circa 10,30 mt. riportati nei grafici della licenza edilizia. Inoltre, i terrazzini hanno dimensioni e localizzazione diversa rispetto alla licenza edilizia;

  • Sono presenti alcune piccole modifiche esterne riguardanti l’immobile;

  • Alla licenza edilizia mancano i grafici delle sezioni e prospetti per un confronto globale.

Finito qui?

Macché, leggete ancora…

“Inoltre, dal confronto dei grafici rappresentativi dello stato attuale con quelli riportati nella concessione edilizia in variante n°19 del 24/05/1980, di cui al punto 2), si accerta quanto di seguito:

  • Il titolo prevedeva unicamente una destinazione agricola;
  • Il piano terra, indicato in variante, prevedeva alcune variazioni prospettiche senza titolo paesaggistico e comunque diverse dallo stato attuale dei luoghi;

Il piano primo, indicato in variante, prevedeva alcune variazioni prospettiche senza titolo paesaggistico e comunque diverse dallo stato attuale dei luoghi”.

Tanto che lo facevano così concludere:

“…Pertanto, sulla scorta dei documenti presenti nel fascicolo unico e per quanto appena detto, si può sostenere che la diversa collocazione planimetrica del fabbricato (plesso “A” e “B”) costituisca una variazione essenziale, ai sensi dell’art. 32, comma 1 lettere a), b), c) e d), del D.P.R. n°380/01 e s.m.i. nonché una totale difformità dai titoli rilasciati secondo quanto disposto dal comma 3 dello stesso articolo. 

La variante, di cui al punto 2) Concessione edilizia n°19 del 24/05/1980, è sprovvista del nulla osta della Soprintendenza dei Beni Ambientali di Napoli e Provincia”.

Sembra già tanto, ma in realtà era solo l’antipasto di ciò che Maresca andava ad evidenziare nei successivi punti e che possono così sintetizzarsi:

  1. il bene interessato è stato realizzato in totale difformità rispetto al titolo originario rilasciato e che tutti i titoli rilasciati successivamente sono basati sugli stessi errati presupposti;

  2. sull’intero fondo è costituito un vincolo di asservimento urbanistico, che rende l’area inedificabile;

  3. che sull’area esistono ulteriori opere prive di titolo edilizio;

  4. che la Legge 106/2011 al comma 10 dell’articolo 5 prevede che gli interventi non possono riferirsi ad edifici abusivi o in aree ad inedificabilità assoluta, e che la Regione Campania, nel recepire, la legge 106/2011, ha definito all’art. 7 bis della legge regionale 19/09, che eventuali modifiche di destinazioni d’uso possono avvenire solo nell’ambito dell’attività produttive, mentre il progetto di che trattasi, prevede una modifica a scopo residenziale;

  5. che l’ulteriore istanza formulata in data 27/10/2014, prot. n°23892, con la quale si chiedeva di rilasciare in alternativa il permesso di costruire ai sensi dell’art. 5 della L.R. 19/09, così come richiesto in data 11/07/2013, prot. n°16591, si precisa che la Soprintendenza ha espresso parere contrario per detto progetto, con nota prot. n°26522 del 07/10/2013;

  6. parte delle aree esterne oggetto di intervento di riqualificazione, ricadono in un Sito di Importanza Comunitario per cui necessita apposito Studio di Impatto Ambientale, non prodotto dalla parte per ottenere l’apposita Valutazione di Impatto Ambientale”.

Insomma una vera e propria ecatombe che portavano Maresca non solo a negare l’intervento, ma addirittura ad avviare il procedimento di annullamento dell’autorizzazione paesaggistica e di rilascio del condono.

Eppure?

Eppure il successore di Maresca, il geometra Michele Amodio è riuscito a ribaltare tutto a partire proprio dal rilascio del condono.

Di questo, però, ce ne occuperemo nella prossima puntata, dove ci soffermeremo anche sull’altre singolarità che emergono in questa vicenda, dando uno sguardo anche ai protagonisti.

(FINE PRIMA PUNTATA)

Clan di Bertoldo