E’ la vigilia di Natale.

All’improvviso lo strombazzare dei clacson delle auto in coda lungo Corso Italia viene interrotto dall’ululato di una sirena.

Una sagoma rossa prova a farsi largo in quel groviglio di lamiere.

Un’impresa. L’autista sfiorando parafanghi e scooter alla fine ci riesce.

L’automezzo dei Vigili del fuoco può continuare la sua corsa. Si arresta poco dopo in Piazza delle Rose. Scendono in quattro e si dirigono in via San Michele. Tornano qualche minuto dopo. Tutto risolto.

Proviamo a capire e scopriamo che si era trattato di una perdita di gas.

Una bombola?

Macché: la rete. La rete del Metano. Quella per cui si sta facendo a gara a far firmar contratti.

Ci dicono solo questo e poi vanno via.

Nei giorni seguenti cerchiamo di indagare.

Quello che scopriamo è molto strano.

Non è la prima volta che si registrano perdite e non solo a Piano di Sorrento.

Come mai?

Apprendiamo che si tratta di normale amministrazione. Le condotte sono nuove. Può capitare. Perciò si fanno le prove.

Prove che andrebbero fatte mettendo tutto in pressione. Prima con l’aria possibilmente e poi una volta che è tutto ok, con il gas.

Quindi si collauda e si parte.

Già il collaudo.

Il collaudo c’è?

L’incarico fu affidato nel lontano 2014. Ad un tecnico esterno. L’ingegnere Federico De Angelis.

Per 7 mila e 600 euro (oltre IVA e Cassa) avrebbe dovuto…

“…eseguire, a lavori ultimati, le operazioni di collaudo in argomento, incaricando sin d’ora la società SETEAP S.p.A., a mettere a disposizione del collaudatore incaricato tutta la documentazione necessaria affinché lo stesso possa effettuare le operazioni di collaudo”.

Lo ha fatto?

Ad oggi non ha ancora consegnato il suo lavoro. Se ne riparlerà a gennaio.

Eppure il gas nelle condotte c’è, tant’è che si segnalano le perdite.

E’ possibile?

“L’importante è che non si facciano gli allacciamenti”

…è l’opinione di qualche tecnico che preferisce comunque restare anonimo.

Altri la pensano al contrario. Qualcuno sostiene addirittura che qualche allacciamento sia stato già fatto.

In ogni caso sulla carta non dovrebbero esserci rischi.

“Perché non dovrebbero? Perché il condizionale?”

Proviamo a chiedere.

“Perché comunque si potrebbero creare delle sacche di gas sottoterra che, a contatto con una scintilla potrebbero esplodere. Un’ipotesi alquanto remota ma possibile”.

Ci viene illustrato sempre in forma anonima.

“Ma perché questa corsa? Perché non si fanno prima le cose per bene?”

Chiediamo ancora.

La risposta è disarmante e terribilmente italica:

“Perché c’è l’urgenza di fare i contratti”.

E’ ‘o bisiniss.

Alziamo le mani. Alziamo le manie e ci affidiamo al Signore.

j.p.