Dai dati sul rilevamento della qualità dell’aria, recentemente pubblicati dall’ARPAC, arriva una sostanziale conferma. La situazione comincia a diventare preoccupante.

Basti pensare che, in appena due mesi e mezzo di monitoraggio, in ben sei occasioni si è riscontrato un superamento dei livelli di guardia del particolato (PM10) nell’aria. Con picchi che hanno sfiorato addirittura il doppio di quello consentito.

In particolare nel primo periodo, dall’8 marzo al 16 aprile la media giornaliera è stata intorno ai 30. Con la soglia dei 50 superata in tre giorni: il 12 aprile quando si è registrato un valore pari a 52,9, il 14 aprile (70,1) ed il 15 aprile quando è stato toccato addirittura il 92,3.

Quattro giorni di fuoco, con parametri da grande metropoli.

Il 16 aprile la stazione non ha effettuato rilievi.

Il secondo scaglione è iniziato così a far data dal 17 aprile con un nuovo dato fuori limite: 83,5.

Fuori dai limiti consentiti anche il 18 aprile (52,3), poi la situazione si è via via assestata e solo il 2 maggio ha nuovamente superato la soglia limite dei 50, raggiungendo quota 51,3.

Nel secondo periodo, durato dal 18 aprile al 23 maggio, la media è stata leggermente migliore, pari a circa 28.

Ovviamente i dati forniti dalla stazione mobile, che era stata allocata sul Corso Italia nei pressi della traversa che conduce alle spalle di Piazza Cota, rappresentano la media giornaliera nell’arco delle 24 ore. Tiene cioè conto anche della notte quando il traffico veicolare è pressoché nullo.

Per avere però un’idea di quali sono le fasce orarie maggiormente a rischio, è sufficiente dare uno sguardo all’altra tabella, che non si occupa solo del particolato, ma anche delle sostanze rilevate.

Ebbene anche qui una conferma: le fasce orarie dalle 7 alle 9 del mattino e di sera sono quelle con una maggiore concentrazione di biossido di azoto, parametro che in genere si traduce con traffico veicolare.

Cosa è successo dopo, però, non è possibile saperlo, visto che il furgone è stato spostato a Sorrento.