La vicenda che riguarda l’Housing Sociale di Sant’Agnello non smette di essere caratterizzata da torbide vicende.

In seguito alla bocciatura da parte della magistratura amministrativa dell’Housing Sociale sorrentino, quello di Via Atigliana per intenderci, in molti si erano chiesti quali conseguenze sarebbero ricadute sull’analoga vicenda santanellese. In molti se l’erano chiesti, ma nessuno aveva ancora cercato il parere preventivo fornito dal Prof. Pinto, un’eccellenza che il nostro territorio vanta in ambito giuridico amministrativo, e di cui il Comune di Sant’Agnello spesso – ed a giusta ragione – usufruisce.

Ebbene il parere era chiarissimo, e chi non ha voluto intenderlo, nella migliore delle ipotesi lo ha fatto per incompetenza. C’era da attendere il parere della Corte Costituzionale sulla legittimità di quella deroga che consentiva l’edificazione. La sentenza è stata emessa, e la deroga è stata bocciata. La legge dice che lì, quel tipo di edifici, non possono essere realizzati. Ma proprio su quel parere si sono concesse le autorizzazioni a costruire.

Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se a costruire fossero state delle persone “normali”, senza che vi fosse un interesse della pubblica amministrazione santanellese. In questi anni si è anche tentato di modificarle queste leggi, con accordi politici stretti con il Consigliere regionale Longobardi, suggellati dal solito selfie di rito e da dichiarazioni di adesione al suo gruppo (un altro partito da cambiare e abbandonare dopo poche settimane).

Tentativi naturalmente finiti in malo modo, perché come ricorderete la proposta di legge regionale di Longobardi non venne approvata, poiché aveva palesi profili di incostituzionalità. La cosa pubblica si amministra con la diligenza di un buon padre di famiglia, e come accennavo sopra due sono le ipotesi: o questo parere è stato letto con ignoranza, il che mi preoccupa non poco perché denota l’approssimazione con la quale si fanno le cose in Comune, o è stato fatto per consentire operazioni edilizie ad imprenditori che, legittimamente, fanno impresa per il loro solo interesse personale.

Legittimamente però, finché si resta nei perimetri della legalità. Quello che più mi dispiace è leggere la delusione negli occhi di chi legittimamente aveva riposto una speranza nella possibilità di acquistare una casa a prezzi “agevolati”.

Il mio pensiero va alle giovani coppie, alle famiglie che non trovano case da affittare, a quei genitori che vorrebbero lasciare un tetto ai propri figli, agli indigenti veri.

Non si specula sulle necessità delle persone, soprattutto sulla casa.

Ci vorrebbe rispetto e responsabilità, ma oggi non vedo nulla di tutto ciò.

Michele Vitiello