Piena solidarietà ed un affettuoso abbraccio ad un ragazzo, un uomo, un amico. Un parroco con il cuore rosso come il fra Cristoforo e non da coniglio, alla don Abbondio. Una persona perbene che sfida personaggi sinistri che campano fotografando i derelitti con la (infodata) scusa dei bimbi sfruttati. Che vivono di carte bollate e denunce a questo e quello, temuti come dei monatti, che spargono veleno…come mi ha confidato un amico nella mia ultima visita in Costiera, davanti ad un caffè alle sette del mattino… Attraverso i loro post l’idea che ci si fa della Costiera, essendo lontani, è di una bolgia infernale. Cosa totalmente falsa, anche se, come in ogni angolo del mondo, tutto potrebbe essere ancora migliore…. Onore a te, Carmine, che hai dato un altolà alla prepotenza rivestita di buonismo x accattivarsi i soliti ben pensanti. Gli stessi che 40 anni fa denunciavano i ragazzi con i capelli lunghi e che amavano il teatro e la musica e non si davano al lecchinaggio dei potenti. Che gli dei, tutti, ti benedicano, ragazzo mio.. Te lo meriti, don Carmine..

A scriverlo è Enzo Giammarino che negli anni ’80 rivestì il ruolo di Consigliere comunale di Sorrento per l’allora Partito Comunista Italiano.

Le parole di Enzo mi hanno fatto riflettere. Se non altro perché – fino a pochi attimi prima che le leggessi – le sentivo molto distanti da me.

Per questo ho deciso di divulgarle. Per questo ed anche per il rispetto, la stima e la gratitudine che nutro per Enzo. Magari lui nemmeno lo ricorderà, o forse sì, ma se oggi mi ritrovo con questa passione per la scrittura lo devo proprio ad un uomo come Enzo Giammarino.

Era la metà degli anni ’80 ed io ero un giovane liceale. Enzo a seguito di uno sciopero a scuola mi chiese di scrivere delle riflessioni.

Una sorta di pagina di diario.

Dopo averla letta la fece pubblicare sul mensile Spazi Nuovi.

Fu un emozione incredibile.

Da allora non ho più smesso di scrivere.

Una curiosità, all’epoca avevo i capelli lunghi, amavo la musica e non mi davo al lecchinaggio dei potenti.

Oggi…la prima è cambiata.

Johnny Pollio