Gestire la riscossione della tassa di soggiorno è un onere che costa, a detta degli albergatori, di qui l’idea di richiedere al Comune di Sorrento una sorta di ristoro per l’incomodo. Una richiesta avanzata tramite le associazioni di categoria.

Al Comune, evidentemente, hanno pensato bene che la rivendicazione era tutt’altro che campata in aria, al punto che il Sindaco Giuseppe Cuomo, nel novembre scorso, ha addirittura scomodato la sezione regionale di controllo per la Campania della Corte dei Conti per vedere che ne pensavano dell’idea di prevedere nel regolamento comunale una sorta di percentuale sull’importo della tassa da riconoscere agli stessi albergatori.

La risposta dei Magistrati contabili è arrivata a distanza di poche settimane, ma è rimasta per molto tempo ignota.

E che risposta invece.

La Corte, infatti, dopo un breve preambolo sull’ammissibilità soggettiva dell’interpellante ed oggettiva del quesito si è soffermata sulla natura della norma che ha introdotto la tassa di soggiorno, ricordando al Comune che la destinazione del gettito fiscale può limitarsi esclusivamente a…

…finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

Si tratta insomma di una vera e proprio imposta di scopo.

Di qui la sonora bacchettata dalla Corte al Comune di Sorrento, bacchettata che si è concretizzata in un parere negativo in cui tra l’altro si evidenzia che…

a) …si tratta di obblighi facilmente gestibili per qualsiasi operatore del settore;

b) …il Comune non ha specificato in cosa consisterebbero queste spese sostenute e meritevoli di ristoro;

c)…soprattutto non è possibile detrarre parte della imposta di soggiorno per fini non previsti dalla legge, anche perché quelli già individuati dal legislatore costituiscono…

…alle medesime strutture ricettive un vantaggio che, seppur in modo mediato, si rivolge direttamente ad esse, consistendo appunto in interventi destinati al sostegno loro e del settore in cui essere operano.

Per la serie: che altro vogliono?

In conclusione, fa sapere la Corte, se il Comune proprio vuole deve prevedere questo ristoro delle spese sostenute dai gestori prendendo i soldi da altra voce del bilancio che non interferisca con quella in cui confluisce il gettito dell’imposta di soggiorno. Per farlo però dovrà ricordarsi di motivare la scelta corredandola di un’adeguata documentazione, in quanto…

…un uso inappropriato del suo potere discrezionale è suscettibile di determinare danno erariale da sottoporre a risarcimento, ovvero far incorrere in responsabilità amministrativo-contabile

E’ chiaro il concetto?