Bilancio in rosso per Penisola Verde S.p.A., la società che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti e che fa capo ai Comuni di Sorrento e Piano di Sorrento.

Una perdita di esercizio, per il 2017, pari a circa 380 mila euro, cioè di oltre un terzo del capitale, che, per l’effetto, si era così ridotto al disotto del minimo legale stabilito.

Una perdita che ha costretto proprio i due Comuni a dover mettere mano al portafogli e a rifinanziare, per tornare almeno alla soglia prevista dalla legge.

Così, il Comune di Piano di Sorrento ha dovuto versare la sua quota, pari a 111 mila euro e quello di Sorrento invece 240 mila euro.

Singolare, però, è la ragione per cui si è arrivati a questo buco che rischiava di mandare la società in default. Infatti, la perdita è il frutto delle transazioni firmate proprio con i due Comuni e relative a crediti vantati da Penisola Verde e scaturiti nel periodo della emergenza rifiuti.

Grazie a quelle transazioni il Comune di Piano di Sorrento si accordò per pagare una somma pari a circa 230 mila euro, dilazionati nel tempo, a fronte dei 385 mila vantati dalla Società.  Un risparmio di circa 150 mila euro che ora è stato in gran parte riassorbito della capitalizzazione di 111 mila euro.

E’ andata un po’ meglio al Comune di Sorrento che invece aveva un debito con Penisola Verde pari a circa 830 mila euro. Ne ha pagati, sempre dilazionati, solo 500 mila con la transazione. 330 mila in meno del dovuto.

Al netto dei soldi rimessi con la capitalizzazione Sorrento ha quindi risparmiato 90 mila euro.

Insomma, i soldi sono usciti per la porta e rientrati per la finestra. Per il momento ovviamente non tutti, sempre che per il 2018 la società partecipata dai due Comuni non si ripresenti con i conti in rosso.