“Parere favorevole al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica per le opere in oggetto con la prescrizione di piantare altrove, in luogo pubblico, tutti gli esemplari da sostituire con particolare riguardo agli alberi di tiglio argenteo e jacaranda”.

Le opere in oggetto altre non erano che…

“…la sostituzione di alberi lungo il marciapiedi di Corso Italia dal Comando di Polizia Urbana sino al confine con il Comune di Sant’Agnello”.

A scriverlo, il 30 gennaio del 2013, erano il responsabile del procedimento, architetto Rosaria Crescenzio, ed il Soprintendente architetto Giorgio Cozzolino, nel parere ambientale rilasciato a corredo di un progetto presentato dal Comune di Sorrento e finalizzato, per l’appunto, alla sostituzione delle alberature lungo Corso Italia, tra cui proprio gli esemplari tagliati pochi giorni fa.

Quel parere, il 6 marzo successivo, fu fatto proprio dall’allora dirigente del III Dipartimento del Comune di Sorrento, l’ingegner Guido Imperato, che rilasciò l’autorizzazione paesaggistica ovviamente ribadendo le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza:

“…piantare altrove, in luogo pubblico, tutti gli esemplari da sostituire con particolare riguardo agli alberi di tiglio argenteo e jacaranda”.

Di quel progetto, per cui il Comune si era avvalso della consulenza della dottoressa in agronomia Elena De Marco, se ne persero le tracce. Non lo si trova nemmeno tra quelli approvati in Giunta. Gli alberi furono potati, ma rimasero al loro posto.

Quell’autorizzazione con la prescrizione, tuttavia, esiste ancora e sarebbe persino vincolante. Inspiegabilmente, però, sembra che nessuno se ne sia accorto. Tanto è che gli alberi – compreso tiglio argenteo e jacarande – sono finiti a pezzettini.

Dal Comune fanno sapere che, grazie alla nuova legge che semplifica le autorizzazione ambientali, non c’era più bisogno di passare per la Soprintendenza. Dalla Soprintendenza però si era già passati e la Soprintendenza aveva imposto quella precisa prescrizione:

“…piantare altrove, in luogo pubblico, tutti gli esemplari da sostituire con particolare riguardo agli alberi di tiglio argenteo e jacaranda”.

Un passaggio molto importante, forse cruciale.

Già perché se è vero che l’allegato A al DPR n. 31/2017 effettivamente prevede che gli…

 “…Interventi di sostituzione di alberi o arbusti…”

… rientrano tra quelli che non necessitano dell’autorizzazione paesaggistica, è altrettanto vero che il MIBACT (il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) con la circolare numero 42 del 21 luglio del 2017 ha chiarito, proprio in relazione agli interventi di sostituzione di alberi o arbusti, che…

“Per quanto riguarda la sostituzione o messa a dimora di alberi e arbusti, singoli o in gruppo, in aree pubbliche o private, eseguita con esemplari adulti della stessa specie o di specie autoctone o comunque storicamente naturalizzate e tipiche dei luoghi non si può non fare riferimento al principio già evidenziato della “lieve entità” e “non rilevanza paesaggistica degli interventi”, con evidente opportunità che nei casi dubbi il richiedente, per precauzione, presenti una richiesta di autorizzazione paesaggistica semplificata”.

Insomma il chiarimento è – ci sia consentito il bisticcio di parole – chiaro e, nella vicenda degli alberi dinanzi al Gardenia, chiarissimo.

La non “lieve entità” e la “rilevanza paesaggistica” erano insiti nella prescrizione inserita nel parere espresso dalla Soprintendenza meno di cinque anni fa e che sarebbe ancora vincolante.

Come è stato possibile, allora, che non sia sorto in capo al Comune richiedente nemmeno quel dubbio che, come chiarito dal Ministero, avrebbe dovuto portare, per precauzione, a presentare una richiesta di autorizzazione paesaggistica semplificata?

Ogni giorno che passa i punti da chiarire aumentano.

c.b.