E’ sotto pressione il vice-Sindaco di Sant’Agnello Clara Accardi e lo si capisce dalle sue ultime uscite sui social. Interventi da cui si arguisce che ha completamente perso la bussola.
Andiamo con ordine, però, e cerchiamo di ricostruire ciò che è riuscita a combinare la Accardi in questi giorni.
Galeotto è stato l’ennesimo attacco semi burlesco lanciatole attraverso il seguitissimo gruppo facebook Sant’Agnello la Voce di chi non ha voce. Autore è stato l’animatore dello stesso gruppo, Sanbiagesi Dop, che ha pubblicato un fotomontaggio di un manifesto satirico elettorale della Accardi.
Il vice-Sindaco non ha saputo più resistere ed è intervenuta nella discussione con una frase da far rabbrividire anche a chi non ne mastica di politica:
Capito un po’?
Accardi Chiara (detta Clara) vice-Sindaco del Comune di Sant’Agnello chiede a degli “anonimi” utenti di facebook di verificare se nel Comune che lei stessa amministra viene violata la legge!
Non contenta la vice-Sindaco il giorno seguente è tornata alla carica e ha pubblicato un nuovo post, allegando questa volta persino il bando del 2006.
Leggere per credere…
Ma stiamo scherzando?
Lei allora che ci sta a fare?
Lei, glielo ricordiamo qualora avesse smarrito la bussola, è il vice-Sindaco ed anche un Consigliere comunale.
Quindi può avere accesso agli uffici e controllare tutte le procedure seguite. Qualora non fosse soddisfatta, ai sensi dell’ultimo comma dell’articolo 18 dello Statuto del Comune che lei stessa amministra, può richiedere l’istituzione di una Commissione consiliare speciale per fare luce su quanto accaduto.
Inoltre, visto che bando ed assegnazione risalgono al 2006, può tranquillamente rivolgersi al suo attuale Sindaco Piergiorgio Sagristani (che anche nel 2006 era Primo cittadino) per farsi illustrare ciò che si verificò.
Ancora, se queste anomalie si fossero concretizzate nel mandato successivo, può invece rivolgersi ai suoi odierni colleghi di Giunta Pasquale Esposito e Giuseppe Gargiulo, assessori anche durante la sindacatura dell’ingegner Gianmichele Orlando.
Al termine di questi accertamenti, o anche prima se lo desidera, potrebbe, anzi dovrebbe, prendere carta e penna e scrivere un dettagliatissimo esposto da inviare alla Procura della Repubblica.
Lei è, e perdonateci se insistiamo, il vice-Sindaco ed anche un Consigliere comunale, non un cittadina qualunque.
Non può sognarsi nemmeno per l’anticamera del cervello di chiedere a privati ed “anonimi” utenti di facebook di svolgere un lavoro al posto suo. Tra l’altro questi privati ed “anonimi” utenti di facebook vengono un giorno sì e l’altro pure etichettati come folli dal suo Sindaco Piergiorgio Sagristani.
Insomma, una volta tanto, proviamo ad esser seri.
j.p.
Ho visto l’anteprima del post su facebook e già mi leccavo i baffi.
E come al solito il TalePiano non delude!
Questa è l’opposizione seria! Critica e costruttiva, basata sui fatti! La sig.ra Accardi e i suoi pari farebbero bene a capire quali sono le responsabilità che il loro ruolo comporta. Ma forse è troppo tardi.
Inoltre permettetemi se divago, se torno nuovamente al progetto housing.
E’ stato visto e confermato che la convenzione l’ha scritta Elefante mentre Sagristani si è limitato a firmare con superficialità le carte che gli venivano proposte.
Vorrei soffermarmi su questa parola: “Superficialità”.
Ogni volta che leggo i post di Sagristani, che è un dottore, un laureato, la grammatica italiana si rivolta nella tomba.
Da queste piccole cose già si evince il tipo di persona. Come si può pretendere il rispetto delle regole e se non si rispettano per indolenza (non voglio credere per ignoranza) nemmeno quelle della scrittura italiana?. Ma si, l’importante è il succo delle cose, non la formalità. Alla fine la formalità è per i perdigiorno, lui si concentra sui fatti, lui parla al popolo (di capre, anzi …di agnelli) e non ha tempo per i dettagli… Eppure, caro signor Sindaco, le brutture di questo mondo purtroppo si concentrano sempre nei dettagli e nelle formalità. Proprio quelle che gli amministratori come Lei trascurano, per indolenza, pigrizia, o semplicemente per incompetenza.