L’avevo scritto pochi giorni fa, sul mio profilo social…

IL COVID STA SPACCANDO L’ITALIA IN DUE
Non più guelfi e ghibellini o, più recentemente, comunisti e fascisti. L’Italia si sta spaccando in due, grazie al Covid.
Due fazioni in lotta. Pubblici contro privati.
Intendendo per Pubblici tutti coloro che “comunque vada sarà un successo”, vale a dire politici, burocrati, dipendenti pubblici e percettori di invalidità, assegni o pensioni.
Intendendo per Privati tutti coloro che “e mo’ come cazzo appariamo”. Va le a dire, partite iva e dipendenti di aziende private.
Così è chiaro che non va bene. Occorre riequilibrare.
Il sacrificio lo devono fare tutti per poterlo realmente capire. E’ su questo che se avrò tempo voglio fare una riflessione più approfondita.
Ah, dimenticavo in mezzo ci sono le nuove generazioni, quelle per cui “comunque vada lo prendono a quel posto”.
Ebbene è bastato solamente agitare il funereo simulacro del nuovo lock-down, affinché questa frattura si iniziasse ad avvertire ancora più forte. Allora è il momento di approfondire l’annunciata riflessione.
Vedete, non si tratta – come qualcuno potrebbe banalmente pensare – di un atto di ritorsione o di populismo a buon mercato. Si tratta invece di applicare in concreto la Fraternitè, vale a dire uno dei tre capisaldi della Rivoluzione francese e, quindi, dell’idea di Democrazia moderna.
La Solidarietà.
Un principio che, nei momenti di emergenza come questo che stiamo vivendo, diventa l’unico collante di una Comunità. I più fortunati devo venire incontro a quelli meno fortunati. I disagi vanno condivisi. Anche perché, solo se ci si trova tutti nelle stesse condizione è più semplice avvertire le stesse esigenze; vogare insieme e con la stessa intensità nella direzione auspicata che è e resta quella di venir fuori da questa burrasca.
Oggi, senza troppi fronzoli, i più fortunati sono proprio quelli che, coprifuoco o non coprifuoco, lockdown o non lockdown, a fine mese saranno sempre regolarmente pagati. Politici, dipendenti pubblici e pensionati.
Quelli meno fortunati sono gli altri: piccole imprese, dipendenti privati e partite IVA.
Sono questi ultimi che, dopo essersela vista nera tra marzo e maggio, ora temono una nuova capata.
Sono questi ultimi che vanno aiutati.
C’è solo una strada da percorrere per raggiungere questo obiettivo: la riduzione degli emolumenti dei primi, in maniera progressiva ovviamente e salvaguardando comunque i redditi più bassi, affinché si possa creare un Fondo unico di sostegno per i secondi. Una misura da adottare sin da subito, magari con una diversa distribuzione della tassazione. 
Si tratterebbe, logicamente, di una misura transitoria; da tenere in vigore solo fino alla fine dell’emergenza.
Non cominciare a pensare ad interventi simili significa correre il rischio di esasperare ulteriormente lo scontro sociale, uno scontro che potrebbe presto diventare viatico di momenti ancora più nefasti dell’emergenza Covid stessa.
Johnny Pollio