Il Talepiano è stato il primo a riprendere dall’Huffington Post la vicenda dell’unione civile negata al Chiostro di San Francesco di Sorrento. Prima che scoppiasse lo scandalo in tutto l’italico Stivale.

Non lo dico per vantare una sorta di secondogenitura, che nemmeno mi interessa e ci interessa. Lo dico solo per precisare che la linea del nostro blog prevede il massimo della pluralità dell’informazione. Anzi ci crucciamo perché a volte – anzi spesso- questo obiettivo non lo si riesce a raggiungere.

Insomma la notizia c’era. C’era tutta e crediamo di averla giustamente data.

Al di là della notizia c’è però l’opinione. Quella che ciascuno di noi si forma. Ce ne sono tante sull’argomento che si rincorrono sui social in queste ore. Tra le tante metto anche la mia.

La racchiudo così:

A me sta cosa fa girar le palle

Per spiegare questo metaforico vortice voglio partire da lontano. Da un’altra notizia che – pur non coinvolgendo la nostra comunità – ha comunque girovagato a lungo sempre sulla piazza virtuale.

La registrazione all’anagrafe del Comune di Torino di un bambino “nato” – si fa per dire – da due mamme.

Nell’annunciare l’adozione dell’atto Chiara Appendino, il Sindaco (o Sindaca non ho capito ancora come chiamarla) della Città piemontese, ha così dichiarato:

“Riconoscerò i diritti anche a costo di forzare la mano”.

Detto fatto. Ha forzato la mano.

Ha disobbedito alla legge che non glielo consentiva, nonostante lei quella legge avrebbe dovuto rispettarla a farla rispettare.

Ha fatto un atto di obiezione di coscienza.

Che grande Donna la Appendino!

L’Italia internauta, in particolare quella dal clic facile, è scattata in una standing ovation a 64 GIGA.

Quando una legge non la si condivide, si forza la mano, affinché quella stessa legge si adegui.

Oggi il diritto funziona così.

Fai come cazzo ti pare. Ad una condizione però. Quella che mass-media e rete ti supportino.

E mass-media e rete hai voglia che ti supportano, quando ti schieri dalla parte dei diritti civili.

Già diritti civili!

Sì, perché esistono diritti civili e diritti incivili.

I primi ruotano essenzialmente intorno a tre categorie: gay, donne ed immigrati.

Prova a toccare una di queste categorie e ne viene giù il diluvio universale.

I secondi ruotano essenzialmente intorno ad altre tre categorie: senza tetto, senza lavoro e senza soldi.

A questi puoi far loro di tutto e nessuno se ne fotte. Peggio per loro.

Sono sfigati punto e basta.

Tanto per essere chiari se l’Appendino avesse forzato la legge per ordinare l’esproprio di una casa sfitta, al fine di alloggiare una vecchina rimasta senza casa, sarebbe andata sotto processo seduta stante.

Ha forzato la legge per creare la figura del genitore 1 e del genitore 2 ed a momenti la nominiamo Premier. 

E’ chiaro che è così. Perché nel primo caso si parla di diritti civili, nel secondo di diritti incivili.

Ovviamente sorte opposta è toccata a Peppino Cuomo.

Cosa ha fatto però Cuomo?

Ha negato un luogo della Città per lo svolgimento di un unione civile. Si badi bene non ha negato l’unione civile. Ha detto di farla altrove, ma non nel Chiostro dell’ex Convento.

Ha disobbedito alla legge.

L’ha forzata.

Ha fatto l’obiettore di coscienza, se vogliamo ha fatto come la Appendino.

Ha toccato i diritti civili, ma l’ha fatto dalla parte sbagliata. Quella che non è sostenuta da mass-media e rete. Si è preso così il diluvio universale. La gogna mediatica nazionale.

Che facciamo ora gli togliamo la fascia tricolore a forza di clic?

Magari lo facciamo condividendo il suo faccione su tutti i profili facebook con tanto di scritta del tipo:

“Condividi se lo vuoi mandare a casa a calci”?

No, non va bene.

Cuomo non si tocca!

Anche perché se Cuomo deve essere mandato a casa, ci si prenda lo sfizio di farlo per aver reso una città invivibile a assediata dallo smog. Per boxlandia. Per il business del collegamento Porto Parcheggio Correale.

Non certo per Vincenzo e Beto

Il troppo è troppo.

Johnny Pollio