“Era in subbuglio l’alveare dell’Ape Maia che, a causa dello scarseggiare del miele raccolto in estate, attendeva con ansia l’invito a partecipare alle Olimpiadi del Miele dalla Imperatrice delle Api. Purtroppo, l’entusiasmo si affievolì quando il portavoce dell’Imperatrice comunicò alla Regina dell’alveare che il campo di Papaveri non era stato autorizzato a partecipare alle Olimpiadi. Ma ciò che fece preoccupare maggiormente l’intero alveare era la seconda parte del comunicato che ordinava alla Regina Beatrice di consegnare metà delle scorte del pregiato miele estivo destinato a sfamare gli atleti delle olimpiadi. E a nulla sono valse le proteste della Regina  che in ogni modo cercò di spiegare al portavoce Aguzzo che senza quel miele le sue api non sarebbero sopravvissute all’inverno.”

La storia drammatica, che mi appresto ad illustrare e a porre sotto la lente di ingrandimento non è molto dissimile dalla narrata storia di animazione della piccola Ape Maia. L’unica differenza che emerge tra la storia di fantasia delle Olimpiadi del Miele e l’amara vicenda che anima le api di tutto il mondo, è che a mettere in discussione l’esistenza delle api non è un personaggio di fantasia ma l’uomo.

Ebbene si.

Le nostre azioni stanno avendo delle conseguenze drammatiche per l’intero ecosistema.

Questa volta, a denunciare l’ennesimo fenomeno preoccupante sono due nostri concittadini, i coniugi Fausto Galano ed Emma Davide.

Fausto ed Emma da anni si dedicano con passione e amore alla Apicoltura. Una passione che li ha spinti ad affrontare mille sfide ed insidie, anche di natura economica. Perché, negli ultimi anni, la loro attività non è più rivolta alla produzione del miele, ma è dedicata a sfamare le api stesse.

La passione per l’apicoltura ha spinto Fausto ad avere all’incirca 80 arnie, per un numero complessivo di 5 milioni e mezzo di api.

Quest’oggi, grazie al tempo che mi hanno concesso di due ho compreso l’amore e l’importanza dell’apicoltura e faccio, con questo scritto, mio il loro grido di aiuto.

Un aiuto che, purtroppo, cozza con l’istallazione di diversi ripetitori e antenne, con l’utilizzo di pesticidi e inquinamento atmosferico generato dalle troppe automobili presenti sul territorio peninsulare.

Purtroppo Fausto ed Emma, con le loro idee, corrono il rischio, in un territorio come il nostro, di passare per antipatici, a differenza di Greta Thunberg.

Ho trascorso un’intera mattinata in loro compagnia, e durante la nostra piacevole conversazione, i due apicoltori mi hanno più volte ribadito che una delle prime cause dello stress delle api è generata dalle onde elettrosmog della rete 5G e dai pesticidi.

Infatti, basandoci solo su dati temporali, possiamo riscontrare il grave danno che le azioni umane posso avere sulle api.

In particolare, Fausto mi ha posto come dati di riferimento, per la produzione di miele, l’anno 2018 e l’anno 2019:

Nel 2018, Fausto ha prodotto ben 18 quintali di miele.

Nel 2019, la produzione di miele è scesa a 0.

Ebbene si!!!

Questo dato è gravemente rilevante per due semplici motivi:

  • il primo è che è messa a serio pericolo l’esistenza delle uniche api presenti sul territorio peninsulare, che in mancanza di miele non possono nutrirsi e superare l’inverno;
  • il secondo è che la causa di tale disastro coincide con la messa in prova, per mezzo delle antenne presenti sul territorio, della rete 5G avvenuta nel mese di marzo, che ha stroncato il lavoro delle api.

Un altro dato inquietante, è l’uso eccessivo di pesticidi che hanno un effetto devastante sugli alveari in natura che non riescono a sopravvivere più di 3 o 4 mesi.

Sempre i due coniugi apicoltori, nel periodo estivo scorso, hanno subito la perdita di ben 3 milioni di api solo al Capo di Sorrento.

Di questo passo non ci saranno più api da ammirare sui fiori e né miele da gustare e di tutto questo ne siamo i responsabili.

Giovanni Guarracino