Cari amici lettori, ci eravamo lasciati nella precedente occasione con un bel po’ di domande.

Lasciando stare per un po’ il piacere di poter seguire una propria squadra del cuore su scala nazionale, sia essa che giochi a calcio, palla al cesto, racchettoni o baseball restava il dubbio sul diritto o meno dei cittadini a poter fare sport in ambienti idonei.

Campo da calcio, palazzetto dello sport o, perché no, di una piscina.

Ecco, parliamo del piacere di farsi una bella nuotata.

Viviamo in un territorio che confina il mare. Nel migliore dei casi da Maggio ad inizio Ottobre si può andare in una bella spiaggia libera (a proposito ne sono rimaste?!?), lanciarsi in acqua e fare una sbracciata.

Da Ottobre e Maggio, però, cosa accadrebbe se uno avesse questo “maledetto” viziaccio?

Io il “vizietto” l’ho preso in Liguria, dove per cinque anni ho fatto l’allenatore di pallacanestro. A Loano, un tranquillo paesino insistente sulla Riviera delle Palme. Dodicimila anime circa, ma ben due piscine olimpiche a disposizione a distanza di pochi metri. Una interna al palazzetto dello sport adiacente al campo da basket ed un’altra in zona esterna all’aperto.

Succedeva che dagli inizi di Ottobre, dopo gli allenamenti pomeridiani o serali, mi veniva il desiderio di scaricare un po’ di tensione, di sgranchire le braccia, le gambe e di sguazzare un po’ in acqua.

Il costo di questo vizio per il libero ingresso in vasca era un “esosissimo” ticket di 3,50 euro (si parla di 4 anni fa , adesso è aumentato a 4,40 euro per i residenti e ben 5,50 per i “foresti”!).

Nessuna richiesta di tesseramento, abbonamento, né, tantomeno, quella di una certificazione particolare. Solo la dotazione dello stretto necessario per vivere la struttura in maniera igienica e confortevole: un costume, una cuffietta, un paio di occhialini e delle ciabatte.

Devo dire che tanti come me avevano questa passione: operai, commercianti, avvocati, giovani studenti, signore di ogni età. Tutta gente unita dal desiderio di rilassarsi in acqua dopo una giornata stressante piena di lavoro,di studio o di noia.

Un passatempo economico ed ecologico, un “vizietto” salutare e senza controindicazioni.

Vi starete chiedendo…ed a noi che ci frega?

In realtà potrebbe fregarvene nulla se non fosse che questa esperienza mi ha aperto gli occhi sulla differenza abissale in termini di offerta sportiva tra ciò che un cittadino può usufruire in altri territori rispetto al nostro.

Qualcuno potrà obiettare: vabbè in Penisola se vuoi potresti andare a nuotare a Piano di Sorrento alla piscina del Camping i Pini.
Qualcun altro potrebbe accusarmi di non esser al corrente che a Sorrento da anni oramai c’è Ulysse Swimming, una struttura all’avanguardia molto funzionale e di “moda”.

Qualche altro ancora potrebbe sottolineare la presenza della MSC Sporting Club, centro sportivo con piscina a Sant’Agnello.

Tutto vero. Tutte strutture private però.

Sta di fatto che immaginando queste obiezioni ho deciso di prendere informazioni per conoscere orari disponibili per il libero ingresso e costi per il servizio e dopo aver cercato invano di assumere notizie telefoniche mi son recato di persona alle rispettive segreterie ottenendo i seguenti riscontri.

  • Piscina Ulysse: 15 euro per singolo accesso. 130 euro per 12 ingressi che diventano 230 euro per 24 accessi. Viceversa nell’ipotesi in cui fossi un “viziato” grave e non saltuario: abbonamenti mensili, bimestrali, semestrali o annuali con ingresso limitato a 2-3 volte a settimana ed un tesseramento obbligatorio di 2,50 euro per ogni mese di abbonamento. Nella formula più conveniente possibile (620 euro per 8 mesi per tre volte a settimana) comunque l’accesso singolo avrebbe un costo non minore di 6,50 euro. Nuoto libero limitato agli orari mattutini (7.00-14.00) o in fascia serale rigorosamente dalle 19.30 alle 21.00.
  • Piscina Camping I Pini: nuoto libero limitato ai soli orari mattutini e di pranzo dalle 10.30 sino 15.00 con un costo del piacere di 15 euro per ingresso singolo, 120 euro per 10 ingressi. Se fortunatamente lavori in quegli orari però sei costretto ad andare dopo le 20.30 ed esser assistito da un istruttore. In questo caso devi vincolarti con tessera mensile ed il costo lievita a 90 euro per 2 sbracciate a settimana oppure 110 euro per 3 volte . Il tutto accompagnato da un’iscrizione di 60 euro. Fatevi voi due conti.
  • Per quanto riguarda la Club House MSC , il problema costo non si è posto proprio visto che non essendo dipendente MSC ne tantomeno residente a Sant’Agnello non ci sono possibilità di entrata.

Dunque alla stretta dei conti, portarmi dietro questo “vizio” dalla Liguria alla Campania mi potrebbe costare in media tra i 10 ed i 3 euro in più a singola sbracciata, con un’incremento in media triplo o quadruplo rispetto alle precedenti abitudini.

Adesso lungi da me voler criticare la politica aziendale ed economica delle società che gestiscono privatamente le singole piscine, avranno i loro costi e logicamente dovranno prevedere anche legittimi guadagni, mi viene da porre le solite domande: e’ possibile che in un comprensorio che va da Vico Equense a Sorrento ed abbraccia circa 70.000 persone residenti non c’è alcuna traccia di piscina pubblica comunale?

Possibile che nessuna amministrazione percepisca questo bisogno per la popolazione locale?

Possibile che nessun dirigente illuminato, nel dotare il territorio di una piscina idonea, veda la possibilità di ampliare l’offerta di svago ai tanti turisti presenti in zona in ogni mese dell’anno?

Possibilissimo.

Loano, piccolissimo paese di provincia ligure, grazie all’investimento fatto sulla costruzione di strutture sportive è riuscito ad ottenere la nomina a Città Europea dello Sport. Questa onorificenza le ha portato grandissimi vantaggi dal punto di vista turistico aprendo di fatto la città ad un nuovo mercato in mesi poveri per l’economia locale.

Ogni anno la città ospita differenti eventi dai campionati agonistici italiani di nuoto, a tornei nazionali ed internazionali di basket per finire ai prestigiosi Global Games, le Olimpiadi per atleti disabili. Il paese in queste occasioni si riempie ed a cascata tutta l’economia gira. Il costo delle strutture pubbliche viene in parte ripagato dagli introiti commerciali per certi eventi. Il tessuto economico della città è ben contento di sostenere eventi che poi producono un ritorno. Grazie a tutto ciò il Comune può calmierare le tariffe per l’uso della popolazione residente e non, favorendo così l’accessibilità a tutte le categorie di persone indipendentemente dal reddito.

E’ l’esempio positivo di come il pubblico quando offre un servizio al cittadino con poco ne migliora sensibilmente la qualità di vita.

Difficile ragionare in questi termini?!?

Mi sembra sia una vera impresa dalle nostre parti.

Quasi quasi era meglio avere un altro “vizietto”.

Un pacco di sigarette al giorno mi sarebbe costato meno che un’ora di nuoto!!!

Peccato non abbia mai fumato in vita mia, perché dovrei cominciare adesso?

Arrivederci alla prossima.

Massimo Costagliola di Fiore