Si arricchisce di un nuovo capitolo la controversia che vede opposti il Comune di Sant’Agnello, la New Economy srl (la società che gestisce il Wine Bar), i proprietari dell’immobile ed alcuni privati rappresentati dall’avvocato Francesco Saverio Esposito. Un capitolo che, a meno di ulteriori colpi di scena, potrebbe risultare l’ultimo.

A scriverlo è ancora il Tribunale Amministrativo Regionale con due diverse sentenze. Entrambe pubblicate in mattinata ed entrambe discusse all’udienza dello scorso 10 aprile, quando era stata rigettata anche una richiesta di sospensiva, avanzata però dai proprietari dell’immobile (leggi qui).

Andiamo con ordine.

Nella prima delle due sentenze il TAR ha riconosciuto la legittimità dell’ordinanza emessa il 1° luglio del 2016 dal Responsabile S.U.A.P. del Comune di Sant’Agnello. Un provvedimento che recava tra l’altro il divieto di prosecuzione dell’attività di somministrazione di cibi e bevande. I giudici hanno così rigettato anche la richiesta avanzata dalla New Economy di ristoro dei danni subiti nei giorni in cui era stata disposta chiusura.

A detta dei togati…

“…Come accertato dalla polizia locale in data 27.4.2016, i servizi igienici dell’esercizio sono collocati in un’area di circa 85 mq, edificata abusivamente; ne consegue che l’illegittimità edilizia di tale parte dell’edificio fa venir meno i requisiti igienico-sanitari per la prosecuzione dell’attività; l’ordinanza inibitoria del Comune appare quindi doverosa e vincolata in quanto l’esercizio dell’attività di somministrazione è subordinata alla regolarità urbanistico-edilizia dei locali in cui essa è posta”.

E’ lo stesso TAR a richiamare, quasi a voler rafforzare il suo ragionamento, anche la seconda delle sentenze emesse, quando scrive che:

“Si rileva peraltro che il connesso ricorso (RG. 3624/2016) proposto avverso l’ordinanza di demolizione n. 30/2016, con la quale è stata contestata ai proprietari Concetta D’Esposito e Giuseppe De Gregorio l’esecuzione delle opere abusive, è stato rigettato con decisione presa alla medesima camera di consiglio del 10 aprile 2018”.

Infatti nella seconda sentenza, il cui ricorso era stato però presentato dai proprietari del locale, i Giudici hanno ritenuto legittima anche l’ingiunzione di demolizione emessa dal Comune precisando che

“…l’ampliamento della superficie commerciale di 85 mq costituisce un’opera abusiva, in quanto priva di titolo legittimante, in relazione alla quale non solo legittimo ma anche doveroso e vincolato appare l’intervento sanzionatorio adottato dal Comune”.

In conclusione, qualora in caso di impugnazione le decisioni non vengano ribaltate dal Consiglio di Stato, la situazione appare davvero difficile da risolvere.