A partire dall’XI secolo, con il nuovo millennio, prende avvio il basso Medioevo.

In questo periodo, l’Europa occidentale conosce una consistente crescita demografica, che si accompagna allo sviluppo delle città e dei commerci.

Tale ripresa è resa possibile, innanzitutto, dal definitivo esaurirsi delle migrazioni dei barbari, oramai ben integrati nella società e convertiti al cristianesimo.

I primi segnali di svolta si percepiscono già sul finire del I millennio, con la rinascita culturale e politica carolingia  e ottoniana, a cui fa seguito un progressivo miglioramento della qualità della vita.

L’agricoltura si avvale di nuove tecniche e di strumenti più avanzati, mentre la disposizione di colture intensive consente una maggiore produttività, in modo da soddisfare il crescente fabbisogno nutritivo dovuto all’aumento della popolazione.

L’incremento demografico determina nuovi equilibri territoriali: le città, abbandonate nei secoli altomedievali, si ripopolano e rifioriscono i commerci, agevolati anche dalla reintroduzione della moneta, che in età tardo antica era stata sostituita dal baratto. Anche la vita culturale conosce una graduale ripresa ed è in questa fase che nascono le prime università.

Lo scenario politico è dominato dai due poteri universali del Papato e dell’Impero, in lotta tra loro per la conquista del potere.

Nell’Italia centro-settentrionale il risveglio della vita urbana porta alla formazione dei comuni, entità politiche autosufficienti, poiché al consolidamento del potere economico corrisponde un rafforzamento di quello politico.

Il Mezzogiorno, invece,  inizialmente è diviso tra zone abitate da coloni greci, città autonome e forti, principati longobardi e piccole presenze arabe. Sul finire dell’XI secolo i Normanni unificano questa vasta area così diversificata e ricca dei più disparati apporti culturali.

Tornando al più vasto panorama europeo, ovunque si diffonde un clima di gran fervore innovativo, consolidato da una rinnovata fiducia nell’Uomo e nel suo ruolo sociale. Con il superamento dell’anno Mille, infatti, si supera anche il timore legato all’idea della “Fine del Mondo”, prevista in occasione dell’arrivo del nuovo millennio. Il venir meno di questa paura si accompagna a un graduale affrancamento dai condizionamenti del credo cristiano e da quelle visioni apocalittiche legate al pericolo del peccato e all’esistenza dell’Inferno.

Questo nuovo stato di certezze porterà nei secoli successivi a un ulteriore potenziamento della sfera individuale, determinando così la nascita dell’Umanesimo.

Il Basso Medioevo può essere dunque inteso come una fase preparatoria alla successiva Età Moderna. Esso si distingue in età romanica (XI e XII secolo) e in età gotica (XIII e XIV secolo).

Il termine “romanico”, utilizzato per la prima volta nell’Ottocento, rimanda alle aree di diffusione delle lingue romanze e alla rinascita delle forme dell’arte romana.

Pur differenziandosi sensibilmente a seconda dei luoghi di diffusione, l’arte romanica sviluppa dei caratteri comuni, distinguendosi per la sua portata innovativa, particolarmente evidente nelle monumentale maestosità delle architetture e nella fantasiosa espressività di rilievi scultorei e cicli pittorici.

Mariaelena Castellano