Nel periodo classico, l’architettura greca si distingue per la piena conquista dei principi di equilibrio e di armonia: i rapporti dimensionali degli edifici sono determinati da una visione razionale, fondata su accurati calcoli matematici e su un’impostazione modulare delle distanze. 

Questo percorso, avviato sin dall’età arcaica, raggiunge adesso livelli di gran maturità espressiva, ponendosi come fondamentale riferimento per l’attività costruttiva dei secoli a venire.

Una mirabile testimonianza dello spirito innovativo e della straordinaria verve creativa che anima il linguaggio architettonico del periodo classico è fornita dalla ricostruzione dell’Acropoli di Atene avviata da Pericle nella seconda metà del V secolo a.C..

In età micenea, l’alto pianoro ateniese era adibito a sede del potere monarchico e, cinto com’era dalle ciclopiche mura degli Achei, costituiva una delle principali fortezze dell’Attica.

Nei secoli successivi, l’area cambia vocazione definendosi come area sacra ornata da edifici e monumenti di culto, tra cui il tempio dedicato alla dea Atena, protettrice della  città.

Tra il 480 e il 479 a.C., durante la seconda guerra greco-persiana, l’acropoli ateniese patisce una duplice distruzione ad opera dell’esercito nemico, che in tal modo infligge un duro colpo alla città, lesa nel suo profondo rispetto per la religione.

Per non dimenticare l’invasione, come monito per il futuro, viene vietata la ricostruzione degli edifici sacri distrutti e, giacché sarebbe indecoroso gettare i resti di statue divine e di ex voto, gli Ateniesi li seppelliscono in una grande fossa, oggi denominata dagli archeologi  “colmata persiana“. 

Tuttavia, negli anni successivi, una volta sancita la supremazia di Atene sul mare, il divieto di ricostruzione dell’acropoli viene revocato per far sì che la città a capo della lega attica sia fornita di una nuova monumentale area sacra, in degna rappresentanza del suo ruolo  egemone. 

In quest’ottica, Pericle, postosi a capo del governo ateniese, promuove un ambizioso progetto di ricostruzione dell’acropoli: nel 448 a.C., nomina Fidia sovrintendente ai lavori e dà così avvio alla realizzazione di uno dei complessi architettonici più significativi della storia dell’arte.

Fidia, a quel tempo all’apice della sua gloriosa carriera, dirige con abilità e perizia tecnica l’intero cantiere, occupandosi in prima linea della decorazione scultorea del Partenone, come evidenziato nella scorsa lezione.

Un gran numero di pittori, scultori e artigiani lavora al suo seguito a ritmi incalzanti, pervenendo a risultati sorprendenti.

In pochi decenni il programma di ricostruzione dell’Acropoli di Atene viene portato avanti in modo spedito, attraverso la realizzazione di edifici e monumenti sacri altamente rappresentativi, quali il Partenone, i Propilei, il tempietto di Atena Nike e l’Eretteo.

IL PARTENONE (447-432 a.C.)

Il tempio dorico del Partenone rappresenta uno straordinario esempio di architettura classica, ponendosi come capolavoro di indiscusso valore esemplare.  

L’edificio, realizzato in marmo pentelico(*), è opera degli architetti Ictino e Callicrate e prende nome dalla dea Atena Parhénos (“Atena la vergine”) a cui è dedicato; ha pianta periptera (per la comprensione dei termini tecnici rimando alla lezione sull’architettura in età arcaica, dove ho già trattato le tipologie templari e i vari elementi architettonici) con otto colonne doriche sui lati brevi e diciassette, ossia il doppio più uno, sui lati lunghi.

Pianta del Partenone

Il pronao e l’opistodomo, preceduti da una fila di sei colonne, presentano uno spazio ristretto; anche la peristasi esterna risulta piuttosto esigua, mentre i vani interni possiedono dimensioni più ampie, con un conseguente effetto di gran monumentalità.

La cella giunge ai venti metri di larghezza ed è divisa in tre navate da un doppio ordine di colonne doriche, destinate a circondare la colossale statua fidiaca crisoelefantina raffigurante la dea Atena.

La sala del tesoro della Lega di Delo, situata in continuità della cella, è invece impreziosita da quattro slanciate colonne ioniche, disposte al centro, a sostenimento del tetto.

Anche il fregio a decorazione continua che corre lungo la cella è ionico, a dimostrazione  dell’originale inventiva architettonica che inserisce elementi ionici all’interno di un edificio dorico, senza che venga meno il principio basilare di armonia dell’insieme.

Il Partenone, infatti, rappresenta il tempio classico per eccellenza, in quanto incarna alla perfezione i valori ideali di armonia, proporzione, senso di misura delle parti, equilibrio formale, sobrietà e compostezza.

Il tempio innalzato in onore di Atena si distingue per l’accurata applicazione di precise leggi matematiche, fondate sul valore modulare di 4:9, una proporzione che si ripete per stabilire le varie distanze tra gli elementi, sia in pianta, che in alzato.

Come già in età arcaica, per evitare distorsioni visive legate all’imprecisione dell’occhio umano, sono state  inserite le correzioni ottiche capaci di rendere il Partenone un celebre modello di architettura ideale.

Le dimensioni maestose gli conferiscono, poi, un effetto di gran monumentalità, potenziato dalla suggestiva cromia dorata della tipologia marmorea adoperata.

I PROPILEI (437-432 a.C.)

Anche i Propilei, posti all’ingresso dell’Acropoli, sono realizzati in marmo pentelico e nascono dal progetto dell’architetto Mnesicle.

La struttura consiste in un portico dorico a doppio fronte esastilo, distinto all’interno in tre navate da due file di colonne ioniche e affiancato da due ali laterali simmetriche e con colonne doriche.

La presenza di una rampa d’accesso compensa i differenti livelli del terreno.

IL TEMPIETTO DI ATENA NIKE (449-421 a.C.)

Sul terrazzamento adiacente ai Propilei, sorge il piccolo tempio dedicato ad Atena vittoriosa, realizzato con la direzione dell’architetto Callicrate.

Si tratta di un raffinato edificio di ordine ionico, anfiprostilo e tetrastilo, in origine dotato di una ricca decorazione scultorea, con dieci Nikai di bronzo sugli acroteri, rilievi con scene di “Gigantomachia” e “Amazzonomachia” sui due frontoni e un fregio ornato con scene di battaglia e divinità olimpiche.

L’edificio, distrutto nel XVII secolo e impiegato come baluardo turco, è stato ricostruito in più fasi, a partire dal XIX secolo, impiegando i resti architettonici originali.

L’ERETTEO  (421-406 a.C.)

L’Eretteo, progettato dagli architetti Filocle e Archiloco, rappresenta l’area più sacra dell’Acropoli, in quanto sorge nel luogo dove, secondo il mito, si era svolta la contesa per il possesso dell’Attica tra Atena e Poseidone.

Il monumento, di ordine ionico, si erge su differenti livelli, seguendo la conformazione del terreno. Ne deriva una pianta asimmetrica e molto articolata, caratterizzata da un’originale distribuzione dei vari ambienti di culto.

In particolare, sul lato sud-ovest, si può ammirare la celebre Loggia delle Cariatidi, dove sei korai si ergono come raffinate colonne per sostenere la trabeazione, con le loro vesti scanalate dalle fitte pieghe.

L’imperturbabile espressione dei volti delle fanciulle e la robustezza dei loro corpi creano uno scenario di elegante austerità.

E’ bene precisare che le statue visibili oggi sono delle riproduzioni. Cinque delle korai originali, infatti, sono conservate nel Museo dell’Acropoli di Atene, mentre la sesta si trova nel British Museum.

Da questa lezione è emerso come il complesso monumentale dell’Acropoli di Atene esprima pienamente lo spirito del linguaggio architettonico greco del periodo classico.

Nel prossimo appuntamento, per avere un quadro più esaustivo e completo, esamineremo anche alcune  tipologie edilizie dell’architettura civile.

Mariaelena Castellano

IMPARIAMO I TERMINI

(*) MARMO DEL PENTELICO:  marmo a grana fina, leggermente opaco, estratto dal monte Pentelico, in Grecia, celebre nell’antichità proprio per le sue cave di marmo bianco, tuttora in parte sfruttate.

Il marmo del Pentelico veniva usato dagli artisti greci per la statuaria e per l’architettura e anche largamente esportato. Esposto agli agenti atmosferici, assume col tempo una caratteristica patina calda e dorata.