Donne, alzi la mano chi di voi non si è mai imbattuta in chat con tentativi di approccio.

Di un emerito sconosciuto, come dell’amico di sempre.

Sulla messaggeria di Facebook, come su Whatsapp.

Anche questo è il fantasmagorico mondo del web.

Tutto si semplifica.

Puoi conoscere una persona che nessuno ti ha mai presentato dal vivo, oppure approfondirne l’amicizia.

Basta un: “Heey, ancora sveglia a quest’ora?”, lanciato da un corteggiatore che ti vede on line a sera tardi e il gioco è fatto.

Sì, perché da quella domanda nasce tutta una conversazione. Si parla del più e del meno, gli hobby, il lavoro, la musica. E poi arrivano i vari complimenti, per non dire le sviolinate. E le emoticon con baci, bacini e cuori.

Per una manciata di minuti diventi Miss Italia, una donna dalle mille qualità. E dopo la tiritera di apprezzamenti, si passa al fatidico “Merito un premio”.

Giusto. Le lodi vanno ricompensate. Magari concedendo al lusinghiero corteggiatore un appuntamento.

Dal vivo. In carne ed ossa. Senza nascondersi dietro a schermi, tasti e display. Senza smanettare buttando giù frasi scritte “tanto per”. Prima o poi occorre fare i conti con la presenza della persona, con gli sguardi, con il dialogo a voce.

Attenzione, però. Ovviamente a questo stadio si accede solo se l’intraprendente ammiratore merita.

Uomini, se non c’è  interesse da parte della “corteggiata”, potete scrivere di tutto di più, ma le vostre chat saranno comunque destinate a restare inconcludenti.

Io ho una regola di base. Se mi contatta uno sconosciuto, non gli rispondo proprio.

A meno che non attui un approccio educato, magari motivando il suo cercarmi con una scusa plausibile.

Ma queste sono rarità.

Se apro la sezione “Nuove richieste di messaggi”  di Facebook, mi trovo di fronte ad un elenco di infelici quanto comici tentativi di avance.

I mittenti sono tutti degli sconosciuti imbattutisi chissà come nel mio account.

Dopo aver visto la foto del profilo, si prendono la libertà di scrivermi e da quell’immagine ricavano tutti gli spunti possibili, come se mi conoscessero da sempre.

“Che donna di classe, che portamento elegante… sei bellissima!”

E certo, vedi la foto di una donna e comprendi che ha un portamento elegante.

Il tipo splendido non mi ha mica vista quando sono alle prese con i tacchi incastrati nella grata di un tombino o quando prendo le storte.

“Ciao, sono Giovanni! Ho venticinque anni, faccio il poliziotto e sono single. Tu?”

Giovanni farà pure il poliziotto, ma per come scrive, gli consiglierei di farsi assumere da una società addetta ai questionari.

“Mi chiamo Marco. Sei idilliaca. Possiamo conoscerci? Di dove sei?”

Idilliaca? Il fatto è serio allora.

Poi c’è anche il cascamorto che gioca a far l’intellettuale:

“Scriveva Prévert: Gli occhi dicono chi sei, la bocca chi sei diventata. Nel tuo caso, i tuoi occhi divini e la tua bocca fatata dicono solo bellezza …”

Wow. Lo spirito di Venere si è incarnato in me e nemmeno lo sapevo!

E ancora:

“Sei una meraviglia! Quando posso conoscerti?”

Mai!

Questi i tentativi a vuoto.

Ci sono però anche le chat che vanno a buon fine.

In genere sono quelle successive allo scambio del numero di telefono dopo aver conosciuto dal vivo un tipo interessante (sì, ogni tanto se ne incontrano ancora). Oppure i messaggi scambiati con un amico che all’improvviso riscopri sotto altra luce.

Più che l’esito dell’approccio virtuale, il punto è un altro.

E´ nella “virtualità”.

Possibile che la stragrande maggioranza delle relazioni di oggi debba scaturire da questo interagire attraverso messaggini ed emoji?

Certo, così è tutto più facile.

Non hai davanti la persona, smanetti alla tastiera ed inoltri.

Non esci di casa, ti spaparanzi sul divano e chatti.

Per approcciare, ma anche per mantenere i contatti a frequentazione avviata.

E vien da chiedersi se queste nuove modalità comunicative non sminuiscano la portata dei sentimenti, imprigionati in anonimi display. In frasi scritte e non pronunciate.

Niente occhi negli occhi, niente timbri di voce.

Fiumi di messaggi. Immediati e pratici, ma lontani anni luce dagli stralci di vita vera.

C’è persino chi porta avanti discussioni e litigi in chat.

Eppure fino a pochi anni fa era tutta un’altra storia.

Le possibilità di nuove conoscenze senza le chat erano ovviamente di gran lunga inferiori.

Ma passeggiando  potevi incrociare lo sguardo di un tipo niente male, che magari riusciva a trovare un pretesto per darti a parlare.

Oggi una situazione del genere è piuttosto improbabile: camminiamo tutte con la testa sul display per rispondere ai nostri spavaldi corteggiatori virtuali.

Maelka