Ormai è chiaro: il diritto di dissentire in Penisola sorrentina non è più riconosciuto a nessuno e qui al Talepiano ne sappiamo qualcosa. Nemmeno ad un autorevole personaggio come Antonino De Angelis che, qualche giorno fa e peraltro con molto garbo, in una lettera aperta ha espresso le sue perplessità sul fantasticato progetto del cosiddetto Ospedale Unico.

Come gli è venuto in mente?

De Angelis ha rivelato infatti di aver ricevuto una telefonata di un Sindaco, diverso da quello di Sant’Agnello, che in tono arrogante l’avrebbe invitato a non parlare. Tonino De Angelis non rivela il nome del Sindaco, ma davvero non ci vuole molto ad immaginare chi possa essere.

Ebbene al Sindaco “sconosciuto” ricordiamo che quando De Angelis era impegnato in Politica attiva (la “P” maiuscola non è un errore), lui, il Sindaco, probabilmente non sapeva neanche dove stesse di casa la Politica e forse ancora oggi, se si esprime così, non ne ipotizza nemmeno l’indirizzo. Quindi – almeno – un po’ di rispetto per lo spessore e la cultura di De Angelis, perché ne ha davvero da vendere al Sindaco “sconosciuto” come ad altri, a noi del Talepiano in primis.

In ogni caso questa è la rivelazione integrale di De Angelis:

Molti amici, sia in privato e chi via telefono, mi chiedono di sapere se c’è stata risposta del Sindaco di Sant’Agnello alla mia lettera aperta sul progetto dell’Ospedale Unico della Penisola sorrentina. No, non ancora. De resto al sindaco Sagristani non avevo chiesto una risposta per me, piuttosto gli raccomandavo di darla ai cittadini a cui, sono certo, egli la darà.

Devo comunque rivelare che nel frattempo ho ricevuto una telefonata da un altro sindaco del comprensorio (di cui per il momento non faccio il nome) il quale, con tono molto alterato, mi chiedeva di sapere “a che titolo” io avessi scritto certe cose, e soprattutto “a che titolo visto che il progetto ha ricevuto l’approvazione di tutti i Consigli comunali ”.

Mi accingevo ad esplicitare la risposta quando si interrompeva la telefonata proprio mentre mi diceva “ farò leggere l’articolo a chi dico io”. In verità dopo qualche giorno, a mente serena, mi sarei aspettato una seconda telefonata, stavolta, di scusa sia per il tono che per il contenuto e l’epilogo del colloquio, ma ciò non è avvenuto.

Resta così, fino a questo momento, l’arroganza del comportamento con la poco velata minaccia nei miei confronti.

Ora io, che sono sempre disponibile al confronto, vorrei pregarlo di rifarmi in pubblico quelle stesse domande (su questa pagina o altrove) a cui sarò ben lieto di dare tutti i chiarimenti del caso e magari aprire un confronto sul tema..

Penso che il tratto distintivo di ogni amministratore debba essere oltre all’umiltà, la chiarezza e il coraggio delle proprie azioni.

Resto in fiduciosa attesa