Pugno duro del Comune contro gli scarichi “fuorilegge”, così dopo i sopralluoghi condotti nei mesi scorsi, in questi giorni sono cominciate a piovere anche le ordinanze.

Ben nove, tutte firmate dal Funzionario del settore, il geometra Michele Amodio. A farne le spese: abitazioni provate, strutture ricettive e addirittura il Centro Parrocchiale “Mons. A. Zama”. Tutti immobili insistenti nell’area di via Madonna di Roselle.

Diverse le contestazioni mosse.

Nel caso del Centro Parrocchiale la task force formata da personale del Comune e della GORI S.p.A., nel sopralluogo dell’11 dicembre scorso, ha individuato addirittura la inesistenze di autorizzazioni agli scarichi in pubblica fognatura.

Inoltre, nel corso della verifica è stato accertato che all’interno della struttura esistono due distinte condotte: una convogliante gli scarichi delle acque nere provenienti dal blocco servizi del Centro e l’altra convogliante le acque meteoriche provenienti dai piazzali interni al centro nonché quelle provenienti dalla stradina comunale di accesso allo stesso, oltre alle coperture degli edifici interni alla struttura parrocchiale. Per entrambe le condotte non è stato possibile rilevare l’intero percorso, diretto verso la
proprietà del Villaggio Turistico Costa Alta, e così per mezzo di prove, effettuate con sostanze è stato accertato che alla fine entrambe recapitano i loro scarichi (acque nere e acque meteoriche senza vasche di prima pioggia) all’interno della condotta fognaria nera ubicata all’interno del Villaggio Turistico. Il tutto con evidente accrescimento della portata diretta al collettore fognario consortile.

Per queste ragioni è stato ordinato alla Parrocchia di San Michele Arcangelo, proprietaria degli immobili, nella persona del Legale rappresentante, il Sacerdote Pasquale Irolla di procedere entro trenta giorni dalla data di notifica del provvedimento:

  1. alla regolarizzazione degli scarichi relativamente alla separazione delle acque bianche da quelle nere (punto 1a e 1b dell’Ordinanza n. 59 del 01/7/2016);
  2. alla dimostrazione che gli allacciamenti siano conformi alle prescrizioni del D. Lgs. 152/99 e ss.mm.ii. nonché al Regolamento Comunale approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 3 del 31/01/2003 (punto 1c dell’Ordinanza n. 59 del 01/7/2016);
  3. di dotarsi di vasche di prima pioggia (punto 1 dell’Ordinanza n. 59 del 01/7/2016);
  4. alla verifica della portata massima di carico della condotta (punto 1d dell’Ordinanza n. 59 del 01/7/2016) e pertanto alla verifica dell’idoneità del suo attuale dimensionamento.

Il provvedimento, come si evince dalle stesse sanzioni irrogate, è stato adottato in forza della contestata ordinanza n. 59 del 1° luglio del 2016. Uno dei primi atti adottati dal Sindaco Vincenzo Iaccarino, atto che non mancò di sollevare numerose polemiche.

Oggi, a distanza di due anni e mezzo se ne vedono i frutti ed anche alcune incongruenze.

Infatti, tra gli obblighi prescritti, vi è quello di dotarsi delle cosiddette vasche di prima pioggia per quanto attiene il trattamento delle acque meteoriche che provengono, come nel caso del Centro Parrocchiale, anche dai piazzali interni al centro nonché  dalla stradina comunale di accesso allo stesso.

Possiamo anche capirlo.

Le acque meteoriche che provengono invece dalle strade e dai parcheggi comunali che fanno?

Finiscono a mare senza essere trattate?

Lì non serve una vasca di prima pioggia?

Insomma il pubblico può inquinare ed il privato no?