Nella seduta di Consiglio comunale, prevista per stasera, approderanno il piano per la raccolta e le tariffe TARI relative all’annualità 2018.

Due documenti importanti che andranno a toccare le tasche dei cittadini. Nel silenzio generale da parte dei canali informativi del Comune, come Talepiano abbiamo chiesto un intervento all’ex Consigliere comunale Anna Iaccarino che, quando era in carica, più volte si era occupata dell’argomento.

Questa l’articolata ed interessante riflessione della Iaccarino:

“Il primo dato che emerge…

…è un dato estremamente positivo.

Dalla lettura del documento predisposto da Penisola Verde S.p.A. emerge che nel 2017 è diminuita la quantità di rifiuti prodotta. Una diminuzione davvero significativa, addirittura più di 800 tonnellate in meno rispetto al 2016. Poco importa se c’è stata una lieve flessione della percentuale di differenziata che si attesta al 64,7% contro il 65,2% dell’anno prima. Quel che interessa è che ci sono quasi 400 tonnellate di indifferenziato in meno sul groppone. 

Il 17% in meno: un qualcosa di fenomenale!

Quasi analoga la riduzione dei rifiuti organici, altro costo importante in tema di smaltimento, che passano dalle 1923 tonnellate del 2016 alle 1491 tonnellate del 2017. Anche in questo caso 450 tonnellate in meno.

In questo caso la riduzione supererebbe il 20%.

Un vero miracolo carottese, anche perché non sembrano essere il frutto di particolari strategie politiche.

Due dati in cui evidentemente il gestore però non crede troppo.

Tanto è che per il 2018, a differenza che per il passato, non modula le previsioni in base a questo elemento, in quanto prevede la produzione di 2.100 tonnellate di rifiuti cosiddetti “neri” (200 in più di quanti realmente prodotti nel 2017).

In ogni caso considerato che il costo al chilo è in diminuzione, la spesa prevista per questa annualità sarà comunque di 33 mila euro in meno rispetto a quella prevista nel 2017 (247 mila euro, contro i 280 mila euro dell’anno prima), anche se – come si vedrà in appresso – sarebbe potuta essere molto più significativa.

Stesso discorso per l’organico.

Per il 2018 si prevede di produrre 1850 tonnellate (praticamente non si tiene minimamente conto della riduzione dell’anno appena trascorso quando le tonnellate erano state 1491). In questo caso, per effetto di un lieve aumento dei costi di smaltimento, si ottiene un primo incomprensibile risultato negativo. Aumenta la spesa per l’organico, nonostante se ne sia prodotto oltre il 20% in meno. Un aumento di circa 25 mila euro, che neutralizza in parte il risparmio ottenuto dall’indifferenziato.

Ecco emergere i primi dubbi?

Perché il gestore preventiva una produzione così elevata quando i dati reali ci dicono il contrario?

Sono per caso sbagliati i dati che fornisce?

Non sono quelli i numeri della produzione dei rifiuti indifferenziati ed organici?

Non c’è stato nessun miracolo carottese?

Se fosse così, allora il dato della raccolta differenziata sarebbe di molto inferiore di quello indicato. 

Se invece i dati sono corretti ed il miracolo c’è stato non è comprensibile la decisione di gonfiare le previsioni.

Così facendo si aumentano artatamente i costi.

Spieghiamolo in numeri.

Preventivo di Penisola Verde

  • 2.100 tonnellate di rifiuti annui di indifferenziato, moltiplicato per costo al kg che è pari a 0,118 € è uguale ad € 247.227
  • 1850 tonnellate di rifiuti annui di organico, moltiplicato per costo al kg che è pari a 172,05 € complessivi è uguale ad € 318.293

Preventivo sulla scorta del consuntivo 2017

  • 1.950 tonnellate di rifiuti annui di indifferenziato (arrotondati per eccesso), moltiplicato per costo al kg che è pari a 0,118 € è uguale ad € 230.100
  • 1500 tonnellate di rifiuti annui di organico, moltiplicato per costo al kg che è pari a 172,05 € complessivi è uguale ad € 258.750.

Differenza

Modulando il preventivo sul consuntivo del 2017, e non secondo dati tutti da verificare, il costo complessivo sarebbe stato pari ad € 488.450, contro i 565.520 calcolati dal gestore. Vale a dire 77 mila euro in meno da caricare sui cittadini.

Il secondo dato…

…riguarda invece il servizio offerto.

Diminuiscono, rispetto all’anno precedente, le ore prestate dal personale per la raccolta porta a porta in relazione alle utenze domestiche, sia quelle annue, sia quelle notturne. Diminuiscono le ore annue destinate al servizio di spazzamento extra. Tutto il resto resta invariato, tranne il costo del personale che aumenta.

Un’altra piccola riduzione la si ottiene nella gestione del centro di raccolta, dove non c’è più la voce relativa al sistema di riconoscimento card.

Dove ci sta da perdere completamente la bussola, invece, è sul calcolo dell’incidenza della cosiddetta frazione secca, vale a dire i ricavi proveniente dalla differenziata.

Il gestore prevede per il 2018 un monte rifiuti pari a 6.455 tonnellate annue, 1000 tonnellate in più rispetto al consuntivo 2017. Viene fuori in pratica un nuovo numero.

Sembrano estrazioni del lotto.

Tutti dati enormemente “gonfiati” rispetto a quanto prodotto nel 2017. Per effetto di queste “giochini” arriva almeno una ipotetica maggiore entrata per l’Ente, pari a circa 8 mila euro.

Morale della favola il costo di gestione del servizio, a fonte delle riduzioni dello stesso, per il 2018 torna ad aumentare e si attesta nuovamente ai livelli del 2016.

1.633.755 euro, 20 mila in più dell’anno precedente.

I costi di gestione (servizio più costi di smaltimento), nonostante riduzione servizi e notevole riduzione rifiuti sale invece ad € 2.443.011, 8 mila euro in più dell’anno precedente.

Il costo complessivo praticamente resta inalterato, aumenta di circa mille euro, passando da 2.590.420 a 2.591.545 euro.

Anche questo è un vero miracolo, ma in negativo!

Il terzo dato…

…riguarda le tariffe.

Giustamente, con uno scenario simile l’unica strada percorribile per gli uffici era quella dell’alchimia finanziaria. Giocare un po’ con i numeri per dare almeno l’impressione che fosse cambiato qualcosa.

Così hanno fatto.

Innanzitutto, grazie all’ausilio del gestore hanno rimodulato la suddivisione tra costi fissi e costi variabili. I primi sono aumentati di 64 mila euro, i secondi sono diminuiti di 63 mila euro.

Guarda caso.

Appena si iniziano a leggere le tariffe si resta subito sconvolti da uno dei primi dati. Quello riguardante la quantità totale di rifiuti che si presume saranno prodotti per il 2018.

Arriva un terzo numero: 6.685 tonnellate complessive all’anno.

Addirittura 1.200 tonnellate in più di quante ne sono state realmente prodotte del 2017.

Perché?

Quale è la ragione di questo valzer di numeri?

Secondo passaggio: la superficie totale delle utenze domestiche aumenta di quasi 10 mila mq rispetto all’anno precedente, passando a 545.333 mq. Quattro invece i nuclei familiari in meno. Aumenta anche la quantità della superficie non domestica di circa 4 mila mq.

Aumentando le superfici tassabili e mantenendo inalterato i costi (comunque a dispetto della riduzione dei rifiuti) le tariffe dovrebbe diminuire. Questo secondo la logica. 

In realtà, non sarà così. O meglio non sarà così per tutti.

Secondo un complesso calcolo – che in questa sede non è semplice spiegare – si arriva ad esercizi di autentica di alchimia finanziaria. In base a tali espedienti le utenze domestiche vedranno una piccola riduzione complessiva che va da un euro ogni 100 mq (per nuclei composti da una sola persona), passando a sei euro ogni 100 metri quadri (per famiglie di due persone), fino a quasi 20 euro, sempre ogni 100 mq, per nuclei composti da oltre sei persone.

In pratica il grosso del beneficio andrà ad appena 168 famiglie. Tanti sono i nuclei più numerosi esistenti sul territorio.

Gli altri pagheranno quasi lo stesso importo dell’anno precedente.

Ovviamente per compensare questi piccoli risparmi, visto che la somma da pagare per il servizio praticamente resta la stessa, vengono ritoccate al rialzo le tariffe dei commercianti.

Ancora una volta i più puniti saranno quelli delle categorie più esposte (ortofrutta, pescherie, fiorai, bar, pasticcerie ecc.) gli aumenti saranno di circa 20 euro ogni cento metri quadri di attività commerciale.

Il quarto dato…

 …gli aumenti delle superfici tassabili.

I casi più evidenti sono il raddoppio dei metri quadrati delle esposizioni e saloni, che passano da 664 a 1215. Aumentano di circa 1000 metri quadrati anche i negozi non alimentari, ma l’aumento più rilevante è quello degli alberghi senza ristorante con più 1 e 200 metri quadrati superano la quota 10 mila quadrati. Nel 2014 (appena quattro anni fa) erano meno della metà: 4.765.

E’ il fenomeno delle strutture extralberghiere, un fenomeno che andrebbe studiato ed approfondito non solo in termini di TARI.

Già andrebbe, ma…

Un’ultima considerazione riguarda il consuntivo 2017

Sempre se sono corretti i dati relativi alla drastica riduzione dei rifiuti indifferenziati ed organici (insomma che c’è stato il miracolo), significherebbe che il Comune, e quindi i cittadini avrebbero pagato molto di più.

Perché?

Perché, come più volte detto, per il 2017 Penisola Verde aveva ipotizzato una spese per i costi di smaltimento dei suddetti rifiuti partendo dal presupposto che:

  • i rifiuti indifferenziati sarebbero stati pari a 2.320 mila kg;
  • i rifiuti organici pari a 1950 mila kg.

Invece ora scopriamo che…

  • i rifiuti indifferenziati sono stati 1.925 mila kg;
  • i rifiuti organici pari a 1491 kg.

In termini economici, sempre secondo i dati forniti dal gestore, significa che…

  • per i rifiuti indifferenziati c’è stato un risparmio di circa 55 mila euro;

  • per i rifiuti organici un economia che si aggira intorno agli 80 mila euro.

  • in totale si tratta di 135 mila euro pagati in meno.

Sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto questi soldi.

Anche in questo caso sarebbe, ma purtroppo…”

 Anna Iaccarino