Rispondono in due, Sindaco e vice-Sindaco, all’affondo su Piazza Mercato condotto dal Partito Democratico.

Si dividono i compiti Vincenzo Iaccarino e Pasquale D’Aniello.

Come i mitici Totò e Peppino

Il primo la butta in politica il secondo entra addirittura nel tecnico.

Tralasciamo, però, l’intervento di Iaccarino, anche perché altro non è che il solito frullato di parole, masticato in un politichese – peraltro molto arrangiato – ed arricchito con elementi che rasentano il pettegolezzo da spesa al supermercato…

“…a quanto mi riferisce la sua collega Maria Laura Gargiulo: non solo su Piazza Mercato, ma sulle varie questioni che solleva senza mai  preoccuparsi di discuterne con i responsabili per trovare soluzioni appropriate”.

Soffermiamoci, quindi, su ciò che scriverebbe il suo vice

Precisiamo che usiamo il condizionale (scriverebbe), perché la dichiarazione di Pasquale D’Aniello è riportata sul blog personale del Sindaco Iaccarino senza nemmeno essere firmata dal diretto interessato.

Dando perciò per buono che quelle parole le usi davvero D’Aniello non ci resta che dedurre che in merito alla vicenda Piazza Mercato il numero due di Palazzo Municipale, nonché titolare proprio di quella delega, ad oggi non è che ci abbia capito un granché!

Se avete un attimo di pazienza vi spieghiamo il perché.

D’Aniello scrive:

“Ho accettato l’incarico ponendo alla base della mia scelta due principi fondamentali: il progetto è di proprietà del Comune di Piano di Sorrento…”

Se è così, se alla base della sua accettazione D’Aniello ha posto la titolarità del progetto in capo al Comune, allora a partire già da lunedì può anche provvedere a rinunciare all’incarico.

Perché?

Perché quel progetto non è del Comune!

Ripetiamo e lo scriviamo anche a caratteri cubitali.

QUEL PROGETTO NON E’ DEL COMUNE

D’altronde se non fosse così: per quali accidenti di motivo a Palazzo hanno deciso di “zazzeriare” 5 mila dei nostri euro nostri per dare incarico al Notaio Giancarlo Iaccarino, affinché rogasse l’atto con il quale il privato dona il progetto al Comune?

Avete mai visto un che si fa regalare o si compra una cosa che è già sua?

Certo che no, allora ci faccia il piacere il vice-Sindaco Pasquale D’Aniello o chi scrive in nome per conto suo.

Mica finisce qui però!

D’Aniello avrebbe (riproponiamo il condizionale per le ragioni di cui sopra) dichiarato che…

“…grazie al contributo esterno di osservatori attenti, il funzionario ha riscontrato che bisognava  perfezionare l’atto di donazione con un atto notarile”.

Avete capito un poco?

D’Aniello parla di…

“…perfezionare l’atto di donazione con un atto notarile”.

Che cosa stai dicendo esimia…e ci fermiamo qui.

Non c’è nulla da perfezionare. L’atto si deve fare per la prima volta.

La donazione è nulla: non esiste

Nulla, per il nostro ordinamento, significa che non esiste e una cosa che non esiste di certo non si può perfezionare.

Tanto per rendere il concetto in maniera più “appetibile”, è un po’ come se andassimo al ristorante e ordinassimo linguine all’astice. Bene, qualora il cuoco si dovesse dimenticare di metterci l’astice nella portata, il cameriere potrebbe aggiungere tutto il sale, il pepe ed il prezzemolo che vuole, quelle linguine all’astice non esisterebbero comunque.

In casi simili c’è poco da “…perfezionare”.

Per poterle mangiare c’è un solo rimedio: che il cuoco torni a cucinarle…mettendoci l’astice.

Ovviamente la digestione inizierà da quando iniziamo a mangiare le linguine all’astice, non certo da quando il cameriere ci ha portato quel piatto non identificabile.

E’ chiaro adesso il concetto?

Non ci crede il vice-Sindaco Pasquale D’Aniello o chi scrive in nome e per conto suo?

Non crede a chi ha “…offerto quel contributo esterno da attento osservatore”? Già perché D’Aniello (o chi per lui) non lo dice, ma siamo noi che abbiamo offerto…

“…quel contributo esterno da attenti osservatori”.

Allora si informi il vice-Sindaco

Chieda un po’ in giro. Al Segretario generale Michele Ferraro, al legale convenzionato con l’Ente, magari eviterà (lui o chi per lui) di fare figure simili.

La Città avrà anche sbagliato, ma non merita di certo tutto ciò.

Johnny Pollio