RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Capita, si. Capita a Sant’Agnello che la politica e gli equilibri elettorali vengano affidati a foto, selfie e stati Facebook.

“Vieni qua, facciamoci una foto”, e tutto il resto conta poco, basta solo marcare il territorio, mettere la propria bandierina e innalzarsi a unico punto di riferimento di tutta la Penisola Sorrentina.

Il protagonista di questo modo di fare è, forse, il massimo esponente politico che abbiamo sul territorio: Piergiorgio Sagristani è un buon amministratore, è stato un ottimo sindaco, un grande stratega, ambizioso fino a diventare cinico, presuntuoso e a tratti irrispettoso.

Ma si sa, il fine giustifica i mezzi: pur di raggiungere l’obiettivo di rappresentare la Penisola Sorrentina ai tavoli extracomunali si può superare ogni limite, calpestando tutto e tutti, magari facendosi fare una foto sorridente mentre, lì a pochi metri, si celebra la tragica scomparsa di un giovane santanellese.

Io li ho visti camminare sorridenti, con grosse pacche sulle spalle, e scattare foto insieme, prima di rientrare in Chiesa e di incupire il volto.

No caro Sindaco Sagristani non funziona così, il fine non giustifica i mezzi, soprattutto se la tua visione politica in questi anni non è mai riuscita ad andare oltre la Galleria di Seiano.

Pensare alle proprie mire politiche durante il funerale del povero Attilio, che Dio l’abbia in pace, è forse il picco della tua inarrestabile smania da social, della tua arroganza e della tua sete di potere.

Chiedi scusa caro Sindaco Sagristani, perché è il minimo che tu possa fare.

Perché, prima del politico, su alcune questioni va valutato l’uomo e le azioni che lo qualificano.

Un vostro lettore

 

P.S.: La lettera e la foto che abbiamo pubblicata, nell’originale risulta firmata da un cittadino di Sant’Agnello che abbiamo personalmente provveduto a contattare. Dopo averci precisato di averla inviata anche a qualche sito di informazione ci ha chiesto la cortesia di non pubblicare anche il suo nome. Abbiamo accettato, ma gli abbiamo precisato che se dovesse rendersi necessario non gli garantiremo l’anonimato.