Ora non si fanno polemiche.

Questo sintetico concetto, coniato per la fase 1 e rilanciato ad avvio della neonata fase 2, viene ripetuto da settimane e da più parti. Sembra un mantra: non si fanno polemiche, non si guarda oltre il dito. E va bene!

Così non devi far notare che, il 23 marzo, il Sindaco Vincenzo Iaccarino aveva promesso e soprattutto annunciato una struttura con 40 posti letto, pronta entro un mese e che poi non si è avuta. Ok, va bene: tra dire e fare c’è di mezzo il mare. Sarebbe meglio dire solo quando si sa di poter fare, ma pazienza! La struttura però viene comunque offerta gratis dal proprietario (e si sa che “a caval – forse – donato non si guarda in bocca”) e così la regione e i vertici Asl la individuano come punto di appoggio destinato all’USCA, cioè all’unità mobile di Assistenza Domiciliare per i Covid positivi.

Non si fa polemica, però, e così devi continuare a non far notare che si parla di promesse mantenute, pure se poi la matematica più elementare, tra 40 posti letto promessi e 0 realizzati, traccia una linea impietosa. Non devi far nemmeno notare che si continua ad utilizzare lo spot “riapertura della clinica San Michele” senza specificare che, visto che ci va l’USCA (appunto l’unità mobile domiciliare) non riapre proprio nulla. Non certo la clinica.

Nulla da fare quindi per i tanti cittadini che si erano prodigati a digitare sui social commenti entusiasti: sul punto nascita; sui fasti che devono superare quelli del passato; sul ripristino (?) di una struttura in tempi da far invidia ai cinesi. Pia illusione anche l’idea che la ex Clinica sia diventata almeno un posto dove rivolgersi in caso di necessità. Quei locali, infatti, non sono assolutamente aperti al pubblico e la chiamata al personale ivi presente non avviene tramite “bussata al citofono”. Però funzionerà, hanno detto, 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. Ok va bene. Ricordiamoci il mantra: non si fa polemica.

Quindi, quando finalmente il 27 Aprile arrivano giornali e telecamere a testimoniare la “riapertura” della Clinica con immagini e interviste da “inaugurazione dell’ospedale della fiera di Milano” non è opportuno far notare che i toni trionfalistici e le medaglie in petto non sono proprio dei più sobri. Ma va bene! È comunque una buona notizia. Poi il Sindaco Iaccarino, bontà sua, si ricorda almeno di chiarire ai microfoni che serve solo per l’emergenza Covid. Quindi devi soprassedere, ma va sempre bene così!

Il 30 aprile, però, passi di lì e vedi chiuso, con tanto di catenaccio. Non un’ambulanza, né una macchina, né un motorino in sosta nel piazzale a testimoniare la presenza umana. Un signore che abita da quelle parti ti dice che già il giorno prima (il 29) era tutto chiuso. Va bene, va sempre bene. Il Primo maggio, la scena è la stessa, catenaccio compreso. Così anche il giorno seguente e quello dopo ancora (il 3 maggio) quando ti arrivano anche delle foto scattate da un’amica che chiede lumi sul perché sia chiuso e deserto! Lunedì, invece? Idem. E ieri? Almeno fino alle 10, tutto chiuso e “lucchettato”. Verso le 14, però, la svolta: E’ comparsa un’auto in sosta nel piazzale! C’è qualcuno! Stamattina però, nuovamente tutto chiuso e vuoto.

Ora, le polemiche non si fanno, ricordiamoci il mantra, ma solo per curiosità: che fine hanno fatto l’Usca, i due camper, la polizia municipale di scorta, il 7 giorni su 7, il motto “ora nessuno sarà lasciato più solo” e via discorrendo del 27 aprile? Non è che forse si è “inaugurato” qualcosa che non c’è ancora o che non c’è sempre? Allora diciamocela tutta:

le polemiche non si fanno, ma solo se non si da modo di crearle!