Gli ultimi due articoli pubblicati nei giorni scorsi dal noto e diffuso giornale on line Positano news e relativi alla vicenda dell’housing sociale di sant’Agnello, devono indurre, a mio avviso, ad una seria riflessione.
La questione in sé è molto molto delicata, forse da alcuni addirittura sottovalutata, atteso che, in estrema sintesi, pone in discussione la legittimità del titolo in base al quale si sta costruendo l’opera. Ove le perplessità fino ad ora espresse, e portate alla luce quasi esclusivamente da un’inchiesta giornalistica del blog Il Talepiano, trovassero conferma nelle opportune sedi, vi sarebbero delle fortissime ripercussioni economiche sia per gli imprenditori che per gli acquirenti.
La posta in gioco è decisamente alta e le conseguenze al momento incalcolabili nella loro effettiva portata. Orbene, di fronte ad una situazione di sicura tensione il giornale costiero diretto da Michele Cinque sembra aver individuato i “responsabili” o forse meglio il responsabile di tutta la vicenda.
I progettisti?
I politici?
Gli uffici tecnici deputati al controllo?
No, nessuno di loro.
La colpa dell’avvocato Johnny Pollio e del Clan di Bertoldo…
… come viene riportato testualmente.
Più avanti, sempre la stessa testata si spinge a dire…
“ ma Pollio sta andando oltre, e non si ferma qui a quanto pare”.
In buona sostanza l’articolo sembra arrivare ad individuare come unici responsabili di tutto quello che potrebbe succedere, l’avvocato Pollio e il Clan di Bertoldo.
Oltre al fatto paradossale che a finire sul banco dei responsabili sembra essere colui o coloro che vogliono fare chiarezza, il dato su cui riflettere è un altro: questi articoli e con questo stile, rischiano di creare falsi convincimenti, specie nelle persone coinvolte che tanto hanno da perdere, finendo, così, per identificare un falso nemico e chi può prevedere le reazioni contro chi si ritiene nemico, causa dei propri mali o delle proprie disgrazie?
La riflessione è: cautela quando si impugna la penna…rischia di creare danni inenarrabili.
avvocato Giovanbattista Pane
Alea iacta est!
I lavori devono proseguire.
Allo stato attuale anche solo pensare di bloccare i lavori è pura follia. C’è in gioco la sicurezza economica di 53 famiglie.
Che non saranno poveri, per carità, ma sicuramente non sono ricchi.
Persone che lavorano, che magari hanno acceso onerosi prestiti bancari nell’attesa di poter accendere il mutuo, o si stanno facendo aiutare da amici e parenti per riuscire a realizzare il proprio sogno di avere una casa.