Non avrebbe dovuto essere questo il lavoro di chiusura di questo secondo anno on line del blog Il Talepiano.

No, avevamo altre idee per la testa. Magari una di quelle inchieste che mettono un po’ in ambasce i Palazzi del potere, che ti fanno fare anche un bel po’ di visite e lettori. Ci stavo già lavorando con gli amici del Clan di Bertoldo da un po’ di settimane.

Invece se ne riparlerà a settembre. Vadano a farsi benedire visite e lettori. La priorità è diventata un’altra. In fondo, quando si decide di dare voce a chi di solito voce non ne ha, si deve anche mettere in preventivo il cambio di programma. 

Così, quando mi è stata passata la mail di Chiara (nome di fantasia), ho detto agli amici:

Fermi tutti. Ora si risponde a Chiara.

Chiara è la mamma di un bambino diversamente abile, come si dice oggi. Prima si chiamavano disabili, prima ancora handicappati. Negli anni abbiamo provato a cambiare le terminologie nella speranza che cambiasse qualcosa. Un po’ di risultati magari ci sono anche stati. La sostanza, però, è rimasta la stessa.

Nel caso di cui ci andremo ad occupare, la “diversa abilità” (per stare al passo con i tempi) del figlio di Chiara è lo stare in carrozzella. E’ proprio per questa “diversa abilità” del figlio che Chiara ha deciso di scrivere queste poche righe al blog:

Queste righe, questo sottile e delicato lamento che Chiara ha lanciato nel silenzio dell’indifferenza, sono finite sulla mia scrivania.

Queste righe sono stata la mia sveglia.

Ho contattato Chiara. Abbiamo parlato e le ho promesso che avrei provato a fornirle una risposta prima di staccare la spina.

Ho mantenuto la promessa.

Ho raccolto le informazioni che Chiara chiedeva.

Ho fatto luce. Ora spero solo che questo lavoro che pubblicheremo nei prossimi giorni servirà a qualcosa.

(ANTEPRIMA)

Johnny Pollio