La storia in cui ci siamo imbattuti è una storia che nasce mesi fa. Pochi giorni prima che arrivasse il terribile lockdown e, soprattutto, poco prima che al Presidente Johnny Pollio venissero le paturnie e sospendesse il blogg.

Era il cinque marzo, per l’esattezza, il giorno in cui pubblicammo un articolo dal titolo

CONCORSO PER GEOMETRI: PARTECIPANO IN 35 CON DIVERSE SORPRESE

Era insomma uno di quei casi da seguire. Poi il Covid ha fatto il resto e quel caso divenne, come si dice in gergo, un cold case.

Come tutti i cold case che si rispettano, però, all’improvviso capita sempre un qualcosa che te lo fa riemergere. Magari un piccolo dettaglio.

Nel nostro caso il piccolo dettaglio è stato una determina adottata qualche giorno fa dalla dottoressa, Rina Paolotti, la responsabile della I Area del Comune di Meta.

Quella che si occupa del personale.

Un provvedimento con cui si approvano  gli atti della Commissione Esaminatrice del concorso pubblico per titoli ed
esami per la copertura a tempo indeterminato di n. 1 posto di Geometra Cat. C part-time verticale al
50% presso il Dipartimento 2 Settore 2.

Cazzolina!

Proprio quel concorso di cui ci occupammo a marzo.

Allegata alla determina vi è anche la graduatoria finale in cui sono inseriti i vincitori e gli idonei benché non vincitori. Quelli cioè che potrebbero essere ripescati in futuro o da qualche altra Amministrazione che volesse servirsi di quella graduatoria.

La tentazione di leggere i nominativi è forte.

Apriamo l’allegato:

D.D., G.M., A.S., A.S.R., A.M., G.A. che accidenti rappresentano queste sigle?

I nomi, vogliamo leggere i nomi.

I Cittadini dovrebbero poter leggere i nomi. Dovrebbero poter sapere se tra questi ci sta un figlio di, un nipote di, un cugino di, uno che è finito in una brutta inchiesta.

Come accidenti si fa così a sapere così?

Dove è finita la trasparenza?

Non c’è più.

Evidentemente è morta anche quella a Titograd. Evidentemente questi diritti sono riconosciuti ai cittadini, ma non ai sudditi.

Ci sarebbe una spiegazione del perché di questo nuovo corso e ad esplicitarla ci pensa la stessa dottoressa Paolotti che, nella sua determina, ci fa sapere che è stata…

…pubblicata sul sito istituzionale con le sole iniziali dei candidati nel rispetto della privacy.

La privacy? Ma la privacy dde che?

Mica ci dovevano far sapere se qualcuno di loro aveva le emorroidi o quante volte fornica in una settimana o a quanto ammonta il loro conto in banca.

Nce dovevano di’ ‘er nome.

Er nome ed er cognome.

Almeno quello ce lo dovevano dire, come avviene nella Repubblica Italiana, quella che confina da tutti i lati con Titograd.

Neppure il Garante della Privacy, sempre della Repubblica Italiana, nelle sue tante restrizioni si era mai spinto a tanto. Solo in un caso in passato aveva sancito che si potevamo siglare i nominativi. Quando si trattava dei partecipanti ai concorsi pubblici: per la categorie protette. Giusto per non rendere pubbliche le loro invalidità. Negli altri casi i si devano mettere.

Nome e cognome almeno.

Così non va bene. Così si complica tutto. Il nostro lavoro diventa più impervio, ma non ci arrenderemo, anzi siamo ancora più motivati.

‘Sta privacy nun ce convince, sentemo puzza.

Fatece largo che passamo noi!

Clan di Bertoldo