Ammetto che, a caldo, la prima lettura della lettera dei vertici della MSC mi ha innervosito non poco.

Il mio primo pensiero è stato:

Ma il presunto credito di Sua Maestà nei confronti del popolo peninsulare, può arrivare fino alla presa per i fondelli contenuta in questa lettera?

Mi ha rincuorato solo il fatto che la presa in giro fosse così marchiana che nessun Deciocavallo ci sarebbe mai potuto cadere. Lentamente, però, sto iniziando ad accorgermi che i Deciocavallo ci sono e allora, d’amblè, è cambiato il mio approccio alla visione del problema e, soprattutto, è cambiata la mia valutazione della lettera.

Mi sono posto nella prospettiva dell’avvocato a cui si rivolge Deciocavallo, il quale viene da me perché in seguito all’evento rientro, sono scoppiati dei focolai e la Procura vuole vederci chiaro. Deciocavallo si siede e, con la sicumera che spesso ostenta qualche cliente, mi dice:

Avvocà, io sto a posto, voglio andare subito a chiarire perché io devo stare tranquillo. Guardate qua, io c’ho la lettera”.

Deciocavallo, ma Lei l’ha letta bene questa lettera? Ha capito bene cosa dice? Le è chiaro che questa lettera Le sta dicendo… “Fino a che sono stati con me stavano bene, quello che è successo dopo non è affar mio ?”

Qui Deciocavallo inizia un po’ a balbettare. Le sue granitiche certezze iniziano a sfaldarsi però tira fuori ancora una domanda che, in cuor suo potrebbe aiutarlo:

Vabbe’ ma che dovevo fare era comunque una rassicurazione mica potevo…

È a questo punto che bisogna essere realisti.

Allora ipotizzo questo discorso:

Avvocato: “Deciocavallo, scusa ma che lavoro fai?”

Dottore: Eh…sono medico”.

Avvocato: e quindi ha competenza specifica per capire e soprattutto valutare la fondatezza di quello che sta scritto qua.

Dottore: Eh ma che ci potevo fareeee?

Avvocato: Ma perché non hai attivato i poteri del TULPS, eppure li conoscevi.

Dottore: eh…

Ovviamente la cosa non cambierebbe se Deciocavallo non fosse medico ma avvocato. Questo per dire che purtroppo la lettera, è molto molto più sottile di quello che sembrerebbe a prima vista.

La lettera dice proprio:

Cari tutti, se un domani doveste iniziare a cercare a ritroso le cause di eventuali focolai, noi ve lo abbiamo detto in tempi non sospetti, non è qui che dovete cercare e ora lasciateci lavorare.

A questo punto il buon Cav. Uff. Antonio Trevi avrebbe buon gioco a chiamare la neuro di fronte alle accuse di Deciocavallo.

avvocato Giovanbattista Pane