Prima di abbandonarmi a questa mia breve riflessione domenicale mi preme fare una premessa.

Come avrete notato il nostro blog non ha rilanciato la notizia della turista ricoverata all’Ospedale di Sorrento per presunta affezione da Coronavirus, notizia poi scongiurata dalle successive analisi effettuate.

Questo per nostra scelta.

In un momento di simile psicosi collettiva, non ci sembrava il caso di alimentare la folla inferocita dei social solo su un sospetto. Tuttavia, non ci sentiamo di biasimare chi invece ha agito diversamente. Da un punto di vista giornalistico (ricordiamo però che noi non siamo un giornale), la notizia c’era tutta. Tanto è che è stata data anche dall’Ansa e dalla televisione di Stato.

Allora perché aggredire, minacciare ed esporre al pubblico ludibrio chi invece l’ha pubblicata?

La risposta è una: si danneggia l’immagine della nostra terra e, quindi, si crea un danno alla nostra economia fondata sul turismo.

Quello che però non capiscono coloro che ora si stanno strappando le vesti che ad alimentare questo circuito sono stati proprio loro. Quelli che io chiamo i “magnacazzi dei social”. Quelli che trascorrono ore ed ore ad ingurgitare tutti i titoli (solo i titoli) che scorrono sulle loro bacheche nel tentativo di essere i più informati, i più dotti ed i più sapienti.

Sono stati loro che nelle settimane scorse hanno vissuto collegati in diretta h 24 con la celebre Wuhan prima e con Codogno poi. Più aggiornati del Ministero della Salute sull’ultimo caso, anche solo ipotizzato, da Gonnostramtza a Monterone. Pronti a dispensare pareri e commenti, passando da esperti in virologia a navigati dottori di diritto internazionale. 

Sono stati sempre loro (sono andato di proposito a sbirciare su molte bacheche) ad invocare blocchi persino sulla merce proveniente dalla Cina, a suggerire di richiamare gli studenti fuori sede che vivono al “Norde”, a chiudere le frontiere ai “musi gialli” e pure agli immigrati, non si sa mai.

Ed ora?

Ora piangono, piangono perché il “cetrulo”che pensavano stesse armeggiando dietro ad altre terga minaccia di girarsi e fare rotta dalle nostre parti.

Allora adesso non ci piace più, anzi ci fa paura.

Qui si rischia di passare l’estate a girare i pollici.

Perciò ora chiedono, quasi invocano il silenzio o, peggio, ancora la propaganda. Però non ce la fanno, la loro cupidigia social non resiste. Allora continuano a cliccare e a commentare basta che vedono una “coroncina”. Così aumentano le visualizzazioni e le vendite di chi scrive per professione che si galvanizza e rincara la dose.

E’ un circolo perverso.

E’ il circolo della webcrazia.

‘O circolo d’e strunz’!

Vadino signori vadino!

Johnny Pollio