Stasera ho avuto la fortuna di scambiare due chiacchiere con Edward Luttwak, consulente strategico del Governo degli Stati Uniti, che stamattina era a Tel Aviv. Mi ha detto che ci ha messo meno tempo ad arrivare da Israele in Italia che da Napoli a Sorrento.

A rivelare questo dietro le quinte della serata di inaugurazione della Mostra SyrArt organizzata dalla Fondazione Sorrento è stato Michele Vitiello sui social.

Vitiello, da noi raggiunto telefonicamente ci ha poi meglio raccontato l’imbarazzante aneddoto:

Eravamo al buffet. Per caso ci siamo appoggiati allo stesso tavolino. Chiacchieravo con un gallerista napoletano che me lo ha presentato. La moglie esponeva delle opere in Fondazione. Quando gli ho detto che ero del luogo mi ha raccontato che la mattina era a Tel Aviv. Scherzosamente, dopo innumerevoli complimenti alla bellezza della Penisola, ha poi aggiunto di aver impiegato quasi più tempo per venire da Napoli a Sorrento che da Tel Aviv a Roma.

La stessa osservazione, per la verità,  mi era stata fatta anche da Diego De Silva la settimana scorsa che era qui per l’evento Ricomincio dai Libri. Posto incantevole disse, “ma da Napoli ci ho messo tre ore”.

Certo, come ha riconosciuto lo stesso Vitiello, non sono ospiti illustri a doverci ricordare il problema della mobilità locale. Tuttavia, avendo questi personaggi  ampia influenza e pubblico le loro parole hanno peso su più persone. Circostanza che non contribuisce alla costruzione di una buona reputazione del territorio.

Ecco perché secondo Vitiello

Bisognerebbe confrontarsi con esperti e associazioni (principalmente locali) per sviluppare la mobilità alternativa, sfruttando soprattutto la linea su rotaie e non consentendo il passaggio di camion per trasporto merci in certi orari, o il passaggio di pullman in certe stradine. Va inoltre affrontata una riflessione seria, che coinvolga anche il legislatore oltre che le associazioni di categoria, sul tipo di turismo verso il quale vogliamo puntare: penso alla situazione extralberghiera non regolamentare, che deve essere combattuta, sia a tutela di chi regolarmente esercita questa attività sia soprattutto a vantaggio dei peninsulari che cercano una casa alla quale hanno diritto.

Si tratta di problematiche che vanno affrontati in rete, senza inutili e utopistiche linee metropolitane sotterranee, che sono solo armi di distrazione di massa.