Roma, 17 Giugno 1983

Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto”.

Penisola sorrentina, 14 maggio 2018

“E’ evidente che sono colpevoli”,

“Ci sono le foto”.

“Ci sono i filmati”,

“Sono delle bestie”.

Questi solo alcuni dei commenti che abbandono sui social in riferimento ai  recenti fatti  locali balzati agli “onori “ della cronaca nazionale.

Il Popolo ha già emesso la sua sentenza:

“Colpevoli al di la di ogni ragionevole dubbio”.

Eppure…eppure il nostro ordinamento – quell’insieme di norme pensate e poste a tutela dei cittadini – dice qualcosa di diverso.

Dice, ad esempio che…

“… l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva…” (Art. 27 della Costituzione).

Ancora, sempre la nostra Carta Costituzionale, stabilisce che l’ordinamento processa il cittadino attraverso il “giusto processo”. Il giusto processo è il diritto di ogni cittadino ad un giudizio che si svolga in condizioni di parità davanti ad un giudice terzo. Quello stesso Giudice terzo che poi, “ …in nome del popolo italiano”, pronuncerà la sentenza: di assoluzione o di condanna.

Allora, però, sulla base di quali motivazioni il popolo ha già condannato?

I giornali, la televisione hanno mostrato le prove. Hanno fatto vedere i messaggi hanno detto che ci sono i video.

Però…..però, se ci fermiamo un attimo a riflettere: cosa hanno mostrato realmente i media?

Schegge.

Segmenti.

Frammenti.

Elementi che sono stato loro veicolati chissà da chi e chissà se non estrapolati e decontestualizzati. Magari, come accaduto nel caso Bossetti, si scoprirà poi che l’aver mandato in onda l’immagine di un furgoncino che passava più volte era stata montata per esigenze televisive.

In questo turbillon mediatico le schegge di informazione impazziscono. Contaminano la conoscenza quella vera, quella che deve appartenere al Giudice il quale, con la collaborazione di tutte le parti (avvocati, pubblici ministeri, persone offese e imputati), emetterà la sua sentenza. Una sentenza che dovrà essere emessa “…in nome del popolo italiano” non “…secondo la volontà del popolo italiano”. Volontà, quest’ultima, che nella maggior parte dei casi si sarà formata in tutto o in parte in base alle informazioni ricevute come “schegge impazzite”.

Rimaniamo al nostro posto che non significa affatto disinteressarsi delle vicende, tutt’altro, ma guardarle anche in maniera critica e sempre con la consapevolezza che i verdetti non appartengono a noi.

Milano 18 Maggio 1988

No, non è un errore.

Quel giorno e in quella città, si è spento una persona che fu definita…

“…cinico mercante di morte”.

Condannato in primo grado a dieci anni per reati odiosi. Successivamente assolto, in maniera definitiva, da ogni accusa.

Quella persona si chiama, mi piace usare il presente, Enzo Tortora e quella frase con cui ho iniziato questa mia riflessione (“…Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole”)  fu scritta “per lui” dalla giornalista del Corriere della Sera Camilla Cederna.

Facciamo in modo che questi 30 anni non siano passati invano.

Avvocato Giovanbattista Pane