Dopo un paio di mesi dall’inizio di questo appuntamento settimanale volevo cogliere l’occasione per ringraziare tutte le persone che mi hanno dedicato cinque minuti di lettura. Siete stati veramente tanti e sinceramente non me l’aspettavo.

In questo periodo ho cercato di dare spazio alle principali realtà sportive peninsulari. Porre risalto alle difficoltà strutturali che atavicamente affliggono la costiera, portare la mia visione di professionista del settore che ha operato in ambienti diversi e più complessi. L’obiettivo rimane quello di creare un contenitore, un osservatorio sullo sport locale dove periodicamente gli appassionati possano esser aggiornati e trovare un terreno unico per confrontarsi.

Un luogo virtuale di riflessione trasversale dove gli sportivi possano ritrovarsi.

In molti mi hanno chiesto come mai fosse assente sino ad ora  un approfondimento sulla Pallacanestro, sia amici che conoscono il mio lavoro di allenatore in questo ambito sia curiosi che non vedevano il loro sport praticato o preferito mai menzionato.

Diciamo che per evitare “conflitti di interesse” ho voluto evitare sino ad ora di dire la mia sullo stato dell’arte in Penisola riguardo la palla a spicchi. Tuttavia sia per l’invito pervenutomi da molti sia perché al cuor non si comanda ho deciso di dedicare un approfondimento in tre “puntate” andando ad intervistare i principali rappresentanti di società  attive sul territorio.

Con loro ho cercato di tracciare un’analisi sulla situazione attuale, sulle problematiche riscontrate nel quotidiano, sugli obiettivi futuri di ogni singola realtà e sulle possibilità di attività condivise di sviluppo della pratica di questo sport sul territorio.

Questa prima parte è dedicata a Giovanni Fiorentino che da settembre scorso e’ diventato Presidente della Polisportiva Sorrento, società fondata nel 1976 che ha vissuto i suoi momenti più gloriosi sotto la guida dell’ing. Cesaro. Da questa stagione la società lavora in sinergia con un altra franchigia storica, la Fortitudo Sorrento e sta dando vita alla collaborazione Sorrento Basket.

D.: Iniziamo facendo il punto sulla situazione, quale è la vostra storia? Quanti praticanti tesserati conta il vostro centro/società? A quali attività partecipate e su quali strutture potete contare?

R.: Sorrento Basket nasce dalla collaborazione tra due storiche società sorrentine, la Polisportiva e la Fortitudo Basket. La prima è sempre stata più dedita all’attività femminile e può vantare militanza anche nei campionati nazionali di serie A2. La seconda si è sempre più distinta per la pratica giovanile sia maschile che femminile. In concerto attualmente partecipiamo ai campionati seniores di Serie B Femminile e Promozione Maschile oltre che a sei campionati giovanili. Possiamo contare su circa 130 tesserati di settore giovanile (Under13 sino a salire) e 70 praticanti di Minibasket.

D.: Quale è la vostra “natura sociale”? Che obiettivi cercate di raggiungere attraverso la pratica di questo sport? 

R.: Sorrento Basket nasce da una collaborazione avviata in questa stagione. Con alcuni amici, uniti dal desiderio di condividere Sport con le nostre famiglie abbiamo deciso di rilevare la società Polisportiva Sorrento. Successivamente ci siamo seduti a tavolino ed abbiamo trovato terreno fertile con i rappresentanti della Fortitudo Sorrento per avviare un discorso comune. Promozione del settore Minibasket, attenzione al settore giovanile i pilastri da cui partire per cercare nel tempo e senza mai fare il passo più lungo della gamba di creare delle squadre seniores sempre più competitive.

D.: Quali sono le principali difficoltà che riscontrate nel fare attività? Con quali soluzioni cercate di ovviare a tali problematiche? 

R.: Le principali difficoltà sono legate all’utilizzo delle strutture. La Tendostruttura Tasso è in condizioni pietose, mai adeguata o soggetta a riparazioni da quando è stata messa su. Inoltre non è omologabile per svolgere campionati nazionali e massime competizioni regionali. Il palazzetto Atigliana che dovrebbe esser il fiore all’occhiello della città, oltre ad esser difficilmente accessibile per mancanza di parcheggi e servizi, necessità di una ristrutturazione del tetto viste le perdite che subisce in caso di forti piogge. La gestione delle strutture, inoltre, e’ affidato alla Pool Sport che definisce gli orari in base ad un regolamento sicuramente datato e che sarebbe da rivedere in alcuni criteri. La collaborazione con la Fortitudo fortunatamente ci ha permesso di accorpare il monte ore e dirimere alcuni conflitti da sempre esistenti. 

D.: La Pallacanestro è il secondo sport nazionale, la mia impressione è che la Penisola conti tanti appassionati e praticanti ma in questo momento manchi una società leader, un vertice che riesca poi a trainare la base emulando quello che sta succedendo, per esempio, con la Folgore Massa nella pallavolo. È praticabile un progetto simile anche nella pallacanestro? Voi da dove partireste? 

R.: Sicuramente è un progetto praticabile. Condivido con te l’esistenza di una base molto forte di appassionati, come società siamo andati incontro alle richieste di un gruppo amatoriale concedendo loro nostri orari di utilizzo palestre per permettere loro di fare attività. Noi crediamo che rispetto, però, alle esperienze passate dove si cercava tramite un vertice prestigioso di trainare la base sia da attuare il percorso inverso. Nel basket maschile già possiamo contare su un buon seguito partecipando senza soluzione di continuità a tutti i campionati dall’under13 sino alla Promozione, nel settore femminile è tutto da costruire esistendo dopo la serie B unicamente un gruppo di ragazze Under16.

D.: Nel recente passato era stato pubblicizzato un “Progetto Penisola” , le società aderenti promettevano di creare una regia comune per metter assieme i migliori prospetti, gestire assieme le difficoltà logistiche, economiche e di risorse umane condividendo spazi ed staff. L’obiettivo sarebbe stato quello di creare un polo di eccellenza sul territorio peninsulare per ovviare alle difficoltà su indicate. Mi sembrava un’ottima idea, è ancora attivo? In cosa si concretizza? Come mai si è persa?

R.: Il Progetto Penisola era il frutto di un accordo tra persone rappresentanti la vecchia gestione societaria. Pur essendo un progetto condivisibile nel merito e negli obiettivi da raggiungere per noi è attuabile unicamente in presenza di una società che sia leader sul territorio. Il nostro primario obiettivo, quindi, e’ stato  quello di avviare la collaborazione tra società sorrentine. Solo dopo aver consolidato questa unione potremo pensare ad aprirci a collaborazioni con altre realtà peninsulari.

D.: Per promuovere la pratica allo sport è fondamentale “entrare” nelle scuole e farlo conoscere ai più piccoli. Riuscite con progetti didattici concertati con le istituzioni scolastiche a raggiungere tale obiettivo? In caso negativo quali sono i motivi che ostano a tale attività?

R.: Personalmente non condivido tanto questo assunto, l’esperienza ci ha dimostrato che il rapporto costi/benefici nel fare attività di promozione scolastica si è dimostrato scarso. Abbiamo preferito attivarci utilizzando altri canali: rapporti con parrocchie o centri sociali, organizzazione di eventi in strada, pubblicità attraverso varie forme. Nel prossimo futuro contiamo di partire con un campo estivo che permetta ai ragazzi di praticare Basket anche nel periodo immediatamente successivo alla fine delle scuole.

D.: Chiunque faccia sport coltiva un ambizione, un sogno. Il vostro quale è? Cosa vi proibisce di aprire con decisione il cassetto dove è custodito?

R.: Il mio sogno è quello di creare una Polisportiva nel vero senso della parola. Tante società unite sotto un unico simbolo, ognuna rappresentante lo sport di propria competenza. E’ un progetto realizzabile perché al vertice anche negli altri settori si è attuato un ricambio generazionale, ci sono persone con idee nuove e competenze con cui si può avviare un confronto costruttivo. E’ necessaria, però, una forte volontà delle istituzioni. Il primo passo è riconoscere e dare valore allo sport, capire che può esser un utile strumento per la destagionalizzazione. Un canale importante per attivare flussi turistici di origini diverse in periodi diversi dell’anno.  Il secondo è mettere in cantiere la costruzione di una struttura polivalente adeguata a tutte le necessità che possa diventare il polo di riferimento per tutto il comprensorio. 

Salutiamo Giovanni, lo ringraziamo per il tempo dedicatoci e vi rinviamo alla prossima parte quando daremo voce a Mimmo Montuori, dirigente dell’Asd 45 Gatti Piano di Sorrento.

Massimo Costagliola di Fiore