Ebbene sì, appena una settimana fa ero ad inseguire batteri fecali nella condotta consortile e ieri invece…

Be’ per raccontare di ieri, occorre fare una piccola premessa.

Vengo da una di quelle famiglie che sembrano ancora una tribù. Famiglie in cui zii e zie sono vice-papà e vice mamme; cugini e cugine sono fratelli e sorelle aggiunti. Famiglie in cui, anche con il passare degli anni, pur se si ci allontana un po’, basta una telefonata per fare scattare quella solidarietà e complicità per l’appunto tribale.

Se poi a questo dettaglio si aggiunge che anche la famiglia di mia moglie è un tribù, allora si hanno tutti gli ingredienti giusti per far nascere quello che mi è accaduto.

Un’estate fa…

L’estate scorsa Giusy, la mia nipotina acquisita (non più tanto …ina per la verità), scoprì sul mio profilo facebook una foto  di uno dei miei cugini fratelli Roberto Lauro. Per tutti Robertino.

Robertino in quel ritratto era in compagnia di una giovane coppia.

Giusy osservò l’immagine e, quasi come fulminata da una scarica di centinaia di volts, mi aggredì:

“Ma Robertino conosce Chiara Nasti?” 

Per non fare la parte dello zio giurassico, millantai una certa superficialità nell’ascoltare quel nome. Di fronte al successivo ballo di San Vito di Giusy dovetti arrendermi e confessare.

Non conoscevo Chiara Nasti. Quella mia ignoranza durò poco. Fui bersagliato da una smitragliata di nozioni che in breve me la fecero diventare addirittura familiare. Giusy mi strappò una promessa. 

Se la Nasti fosse stata ancora ospite di Robertino su una delle barche della sua Sorrento Luxury, avrei fatto di tutto per provocare l’incontro tra mia nipote ed il suo idolo.

L’estate finì e Chiara Nasti è rimasta così congelata sino al nuovo solstizio.

L’sms che non ti aspetti

Ieri mattina però, mentre mi recavo allo studio, arriva l’sms che non ti aspetti:

“Uè oggi sto con Chiara, la blogger che piace a tua nipote”.

Era Robertino. L’unico dettaglio che non aveva precisato nel suo short message era che stava sì con Chiara, ma a Capri. L’avrei scoperto solo nella successiva telefonata.

Le promesse però sono promesse e nelle tribù si mantengono

Ho fatto così partire la catena della solidarietà e nel giro di pochi minuti, grazie alla complicità dello zio/Papà Mario (internazionalmente riconosciuto come ‘O Pazzo) mi ritrovo con Giusy su un mezzo della SNAV diretto a Capri.

Direzione Yachting Club.

Obiettivo il Twisted, l’ammiraglia della Sorrento Luxury.

Orario programmato per l’incontro tra le 12 e le 13.

Purtroppo allo sbarco una turista impedita ci attarda con il suo trolley. Perdiamo minuti preziosi che ci fanno arrivare al molo che ospita le grosse imbarcazioni con circa otto minuti di ritardo.

Il Twisted non c’è. Giusy è una pila elettrica

Ci accampiamo nel tentativo di strappare qualche lacrima di ombra e poi chiamo Robertino. Nulla da fare, il cell non prende. Mi appello all’aiuto da casa. Nino, il fratello di Robertino e quindi un altro mio cugino/fratello. Giro di whatsapp ed ecco squillare il cell.

E’ Robertino, è ancora a Castellammare di Stabia. Sta venendo da Napoli, però ci consiglia di avvicinarci verso l’entrata del molo, Chiara Nasti dovrebbe arrivare a momenti. Potremmo incontrarla lì.

Eseguiamo.

La telefonata che non ti aspetti…

Fatti pochi passi, però, il cell torna a squillare. Questa volta è un numero anonimo. Il mio interlocutore sconosciuto mi spiega che di lì a poco saranno al porto e si fermeranno ad un bar. Potremmo raggiungerli lì. Mi saluta dicendo di chiamarsi Ugo. Io ricambio il saluto pronunciando ovviamente il suo nome.

L’avessi mai fatto.

Giusy esplode:

“E’ Ugo? Ti rendi conto? Ti ha chiamato Ugo. Quindi hai il suo numero”.

Mi si accende una lampadina nella mente. Si diradano le nebbie dei racconti della vita di Chiara Nasti.

Cazzo, come avevo fatto a non pensarci prima.

Ugo Abbamonte è il fidanzato di Chiara Nasti.

Quindi ho davvero parlato con Ugo. Ho davvero il suo numero.

Sto iniziando la mia trasformazione 

Neanche il tempo di fermami a riflettere sulla metamorfosi in atto ed Ugo richiama. Sono al Bar La Vela. Ci aspettano lì. Praticamente a due passi da noi. Alle nostre spalle.

Ci voltiamo e non abbiamo dubbi. C’è solo un tavolo con avventori under. Non possono che essere loro.

Giusy, sfidando Isaac Newton e la sua gravità, ha centuplicato le gesta di Federico Moccia. E’ trecento metri sopra al cielo ed io sto inspiegabilmente a metà strada tra lei e la crosta terrestre. Mi avvicino convinto. Saluto per primo il metro e novanta e più del mio nuovo phone-friend Ugo. Poi stringo la mano di Chiara ed infine è la volta del loro amico Renato.

Ci invitano a sedere con loro

Non ce lo facciamo ripetere una seconda volta. Giusy prende posto vicino a Chiara, io tra Ugo e Renato. Iniziamo il racconto della nostra avventura.

Chiara stenta a crederci. Il suo umore galleggia tra il sorpreso ed il divertito.

I minuti scorrono velocemente tra ricordi, aneddoti e riflessioni.

E’ tutto così strano.

Sembriamo i classici cinque amici al bar (uno in più di quelli di Gino Paoli). Quasi per magia le date di nascita sulle carte d’identità iniziano a sbiadirsi.   

Io ho completato la metamorfosi, mentre Giusy continua a selfieare con Chiara.

Arriva Robertino

A rompere l’incantesimo arriva la telefonata di Robertino. E’ lì nel porto ad attendere i suoi ospiti.

Lasciamo il bar e ci avviamo lentamente verso il punto di ormeggio del Twisted. Siamo in fila per due, ma senza resto, perché nel frattempo si è aggiunto un sesto elemento alla comitiva.

Robertino è sceso dalla barca lasciando ai comandi l’amico Peter Fiorentino dell’Hotel Excelsior Vittoria. Ora è lì ad attenderci sul molo. Appena ci incontriamo scatta il rituale abbraccio con doppio bacio sulle gote, poi in coro terminiamo il rituale:

“Uè cugi’, tutt’apposto?”

Certo, è sempre tutto a posto, quando ci si rivede.

La proposta “indecente”

C’è il tempo per le ultime foto di rito, poi inizia la giostra dei saluti. Chiara trova giusto il tempo per sorprenderci ancora:

“Dai perché non venite con noi in barca?”

La tentazione è forte, ma il bonus metamorfosi sta terminando. Non ho il costume, ho un un po’ impegni nel pomeriggio. Insomma sta tornando l’anno di nascita sulla carta d’identità. Giusy mi guarda. Non parla.

Forse in cuor suo spera in un sì. Non insiste però.

Si accontenta di affidarsi ad una prossima volta.

“Perché ci sarà una prossima volta?”

Mi chiede quasi omettendo il punto interrogativo.

Ciao Chiara, ciao Ugo…

Certo che ci sarà, voglio ancora risalire sulla DeLorean di Doc. Con Giusy, Robertino, Ugo, Renato e soprattutto Chiara

Sì, Chiara

Il Twisted non ha ancora lasciato Marina Grande e quindi Chiara è ancora Chiara. Ancora pochi minuti e tornerà Chiara Nasti la fashion blogger ventenne che fa impazzire un’intera generazione.

Io ancora pochi minuti e tornerò al mio lavoro, ai Tribunali. Anche al mio blog, però, e quindi alle inchieste, alle fogne, agli appalti, agli housing. A Sindaci, Assessori e Consiglieri.

Accidenti a quel costume che non ho portato, avrei prolungato la metamorfosi.

Johnny Pollio