Domenica 4 marzo ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano, ormai se ne sta parlando da un bel po’.

Tra programmi in TV e link sui social, siamo alle prese con tutta una serie di commenti, riflessioni e dibattiti.

Anche per strada t’imbatti nel vecchietto che si chiede se andare a votare o nel giovincello entusiasta di essere chiamato per la prima volta alle urne, pur non sapendo a chi dare la sua preferenza.

Ecco, vorrei rassicurare tutti i neo maggiorenni che alla loro prima esperienza di voto si sentono confusi.

Ragazzi, state sereni.

Tanto siamo tutti disorientati, come sempre del resto.

Però almeno stavolta si son ricordati di noi elettori, è già un qualcosa, visto che in Italia accadono anche cambi di guardia sine suffragio.

Ora non starò qui a dare delucidazioni su come si vota o sui vari schieramenti politici.

Lungi da me annoiarvi con questi argomenti, così poco in linea con la rubrica de “Il Cuscino di Maelka” (giuro, la prossima puntata parliamo di cibo, inviti a cena e ricette).

E poi sono l’ultima persona che potrebbe istruirvi sulla politica. Nemmeno sulla cucina, in verità!

Diciamo che di elezioni (come di ricette) non me ne intenda granché.

Di partiti e di leggi so il minimo sindacale, giusto l’ABC indispensabile per esercitare i miei diritti.

Ed andare a votare è un diritto, nonché un dovere. Credo sia questo il primo punto da stabilire.

Nella giungla della politica italiana, fatta  di coalizioni altalenanti e di leggi elettorali camaleontiche, resta il fatto che bisogna pur sempre andare a votare.

Detto ciò, occorre armarsi di gran pazienza per comprendere come votare.

Eh sì, visto che ad ogni elezione cambiano i criteri, dobbiamo documentarci per poter fare le cose nel modo giusto e non disperdere il nostro voto.

In questo siamo facilitati dal web. Ci sono siti che spiegano  tutto, anche con l’aiuto di immagini esplicative.

Il secondo passo corrisponde al farsi un’idea di candidati e partiti, in modo da decidere chi sostenere.

E qui verrebbe da consigliare di valutare i “meno peggio”.

Brutto da pensare, ma è così.

Anche per questo ci viene in soccorso il web, con tutte le immagini ironiche di noti volti politici alle prese con le ennesime promesse per accaparrare consensi.

Cos’altro aggiungere?

Che Dio ce la mandi buona. Prima o poi le cose cambieranno, proviamo a crederci almeno.

Verrà un giorno in cui il Bel Paese vivrà tempi migliori, si depurerà dagli impigli burocratici e da tutte queste insane gestioni, dalla corruzione, dagli affari loschi di chi dovrebbe garantire il bene dello Stato.

Verrà il giorno in cui noi cittadini saremo più partecipi, più attivi a far sentire la nostra voce per contrastare il mal governo e le leggi fraudolente, a partire dai confini amministrativi comunali, fino a spaziare poi a quelli regionali e statali.

E, last but not least, verrà il giorno in cui, in prossimità delle votazioni, la sottoscritta troverà con facilità, tra la solita valanga di scartoffie, anche la propria scheda elettorale.

Ecco, mi sa convenga iniziare già a cercarla.

Maelka