Erano già trascorse quasi quattro ore della seduta di Consiglio comunale, quando all’ennesimo debito fuori bilancio da approvare il Presidente Mario Russo non ha più resistito. Si è alzato in piedi e, senza dire una parola, ha lasciato l’aula lasciandosi sfuggire un chiarissimo…

“M’eggio rutto ‘o c…”.

A nulla è valso, pochi attimi dopo, il tentativo di inseguimento da parte del Sindaco Vincenzo Iaccarino. La frittata ormai era già fatta. La presidenza dell’assise è così passata a Simona D’Esposito che ha continuato l’opera consentendo l’approvazione degli altri argomenti rimasti da trattare.

Lo sfogo del Presidente è stato solo l’epilogo di una serata che sin dalle prime battute sembrava nata sotto una cattiva stella, anche se il clou è emerso alla trattazione dei debiti fuori bilancio. Con i rappresentanti della minoranza che – come di consueto – abbandonavano l’aula, era proprio Russo a ricoprire i panni dell’oppositore, chiedendo di volta in volta chiarimenti sulle ragioni per cui si andavano ad approvare tutti quei pagamenti per sentenze emesse dai Giudici di Pace. Quasi tutti risarcimenti da insidie e trabocchetti.

Russo evidenziava a più riprese una gestione non sempre oculata del contenzioso. Tra costituzioni mai fatte e difese poco accanite, alla fine è sempre il Comune ad aprire i cordoni della borsa per pagare.

Al quinto dei debiti fuori bilancio da approvare, quando Russo ha sentito che si andava a risarcire un centauro che era caduto a seguito dell’attraversamento di un randagio lungo la statale 163 non ha retto più ed ha mollato le redini.

Solo queste le ragioni?

Possibile che ci sia dell’altro. Possibile anche che il rimpastino di fine anno, se da una parte è servito a placare le insofferenze del neo assessore Marco D’Esposito, dall’altro possa aver alimentato i mal di pancia di altri.