Ho appena finito di seguire in streeming il Consiglio comunale di Piano di Sorrento nel quale il consigliere Salvatore Mare chiedeva spiegazioni sulle “insolite” modalità di abbattimento del pino definito “affetto da carie fibrosa” (?) di via Bagnulo e di un analogo esemplare a Mortora.
Imbarazzante la risposta dell’assessore al “ramo” Marco D’Esposito. Vergognosa e grave la precisazione dell’architetto Responsabile del Settore. In sintesi l’architetto Cannavale ha spiegato che, in relazione ad un progetto già finanziato dalla Città Metropolitana, il comune ha scelto un agronomo e una ditta per intervenire sulle alberature comunali.
Ora man mano che l’agronomo rileva liberamente “criticità” abbatte gli alberi a suo giudizio pericolosi, servendosi della ditta scelta e solo dopo, alla fine, mette al protocollo le perizie? Insomma si è dato chiaramente ad intendere che esiste un progetto dove di certo c’è l’importo finanziato ma, di fatto, non si conoscerebbe su quanti e quali alberi si andrà ad intervenire?
In sostanza, per quanto si è compreso dalla risposta data all’interrogazione del consigliere Mare, si lascerebbe ad un “professionista esterno” la libertà totale di agire su tutte le alberature, senza diritto di replica, lasciando a quest’ultimo ogni responsabilità. Ma, è bene sottolinearlo, chi mai andrà a verificare la correttezza dell’operato dell’agronomo?
Tale dubbio è ancor più legittimo nel momento in cui il funzionario ha chiarito che “eventuali perizie” verranno richieste e “messe al protocollo” solo postume agli interventi… essendo tali perizie una “corrispondenza interna” tra direttore dei lavori e ditta appaltante?
In pratica, così facendo, si deroga ai principi della “sana democrazia” e della “corretta gestione della cosa pubblica”, lasciando che un “privato esterno” tagli in maniera “forfettaria” quello che gli pare… senza di fatto alcuna responsabilità reale … oltre che in deroga alla normativa che richiede il parere della Soprintendenza, necessario per modifiche di non lieve entità al paesaggio, come ben chiarito nella circolare esplicativa del MIBACT del luglio 2017.
Claudio d’Esposito