La conferenza di servizi

Ci eravamo lasciati con il geometra Michele Amodio – fresco di nomina a funzionario del settore edilizia privata del Comune di Piano di Sorrento – che convocava una conferenza di servizi per cercare di venire a capo del progetto di Piano Casa ai Colli di San Pietro presentato dal suo ex assessore di riferimento ingegner Antonio Elefante.

In realtà l’iniziativa di Amodio non nasceva dal nulla. Era il frutto di una sollecitazione fatta agli uffici ai primi di novembre del 2016 da parte del rappresentante legale della MA.S.TO. srl. Insomma dopo un anno e mezzo di attesa la MA.S.TO. srl si ricordava della sua pratica.

Arriviamo così al 12 dicembre del 2016, giorno in cui si tiene la conferenza. Nel corso del vertice la MA.S.TO. ribadisce quanto contenuto nelle note inviate un anno e mezzo prima, marzo 2015, all’ingegner Maresca. Note che Maresca aveva di fatto ritenuto insufficienti, tant’è che il 23 aprile, dopo aver avviato l’iter per l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica, avviava anche quello per la bocciatura del condono e del diniego del permesso a costruire.

I pareri legali

Non è finita perché la MA.S.TO. decisa finalmente a venirne a capo della questione, invia nuove note illustrative. Le prime addirittura il giorno dopo la conferenza portano la firma dell’ingegner Antonio Elefante; le seconde – prodotte una decina di giorni dopo – portano ancora la firma del Professor Avvocato Ferdinando Pinto.

Il 9 gennaio del 2017, il geometra Amodio, per cercare di sbrogliare la matassa, decide così di chiedere un parere all’avvocato dell’Ente: il Professor Avvocato Erik Furno. A Furno, a seguito di selezione pubblica, era stato affidato da pochi giorni (il 13 dicembre dello stesso anno) l’incarico di assistenza legale dell’Ente in materia amministrativa. Furno è anche abituale domiciliatario del professor avvocato Ferdinando Pinto (il legale della MA.S.TO) nei giudizi innanzi al TAR Campania Napoli.

Il professionista convenzionato con il Comune di Piano di Sorrento deposita il suo parere il 21 marzo del 2017 e vediamo cosa scrive:

“…..Se tale è la ricostruzione storica della complessa vicenda, non si puo’, pero’, non tenere conto dello ius superveniens, che osta all’eventuale annullamento dei pregressi titoli abilitativi rilasciati dal Comune di Piano di Sorrento in relazione dell’immobile de quo. E’ noto, infatti, che l’art. 21 nonies, comma 1, della legge 7.08.1990 n. 241, così come modificato dall’art. 6 comma 1, lett. d), n. 1 della legge n. 124/2015, dispone che il provvedimento amministrativo illegittimo ai sensi dell’articolo 21-octies, esclusi i casi di cui al medesimo articolo 21-octies, comma 2, può essere annullato d’ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole, comunque non superiore a diciotto mesi dal momento dell’adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, inclusi i casi in cui ii provvedimento si sia formato ai sensi dell’articolo 20, e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati, dall’organo che lo ha emanato, ovvero da altro
organo previsto dalla legge. Rimangono ferme le responsabilità connesse all’adozione e al mancato annullamento del provvedimento illegittimo…Attesa la perentorietà di tale termine, un eventuale provvedimento di annullamento potrebbe essere gravato dagli interessati con buone probabilità di successo dinanzi agli organi della giurisdizione amministrativa. Ciò non toglie, pero’ la possibilità per la P.A. di riesaminare la pratica ed eventualmente conguagliare la somma dovuta dalla s.r.l. M.A.S.T.O. a titolo di oneri, trattandosi, nella specie, di una variazione essenziale ai sensi dell’art. 32 del D.P.R. 06.06.2001, n. 380, e succ. mod. In tali sensi si rende il chiesto parere, restando a disposizione per ogni eventuale
chiarimento.”

Insomma per il legale dell’Ente sarebbe passato troppo tempo e non si potrebbe annullare un bel niente. Stesse considerazioni che aveva sviluppato in precedenza anche il Professor Avvocato Ferdinando Pinto.

Sulla scorta i questi pareri ed a seguito di altra conferenza di servizi il geometra Amodio si decide ad annullare il procedimento avviato dal suo predecessore ingegner Graziano Maresca.

Amodio rompe gli indugi

Lo fa con una determina dell’11 luglio 2017, atto con cui inoltre convalida, il permesso a costruire n. 8014/ 2011 emesso a favore del Signor Pollio Martino, nelle sue qualità di amministratore unico della società MA.S.TO. s.r.l.

Tra le tante considerazioni che sviluppa Amodio nel suo atto ce n’è una che ci lascia un po’ sorpresi:

“Considerato che l’eventuale lieve spostamento del sedime, a mente della Circolare Ministero dei LL.PP. del 30.07.1985 n. 3357/25 sarebbe riconducibile alla tipologia di abuso n. 4 , assorbito nell’ambito dell’abuso principale e non necessitante di una istanza autonoma rispetto alla tipologia di abuso principale denunciato nella istanza di condono edilizio”.

Capito un poco?

Un fabbricato che si sposta di sedici metri – ripetiamo sedici metri – in un lato, diventa…

“…un eventuale lieve spostamento”.

Per essere considerato spostamento apprezzabile occorreva che il manufatto dei Colli di San Pietro venisse realizzato a Piazza Cota?

Chi ci capisce è bravo!

Ovviamente che per questo “eventuale lieve spostamento” manca il parere ambientale sembra non conti niente.

Così come sembra essere caduta nel dimenticatoio la vicenda del vincolo di inedificabilità in favore del Comune sorto all’atto della realizzazione della casa colonica.

Finisce tutto in secondo piano.

Insomma siamo certi che utilizzando lo stesso metro di giudizio il Mostro di Alimuri, per tornare indietro nella nostra inchiesta, sarebbe andato giù?

Ovviamente, superato questo scoglio, è stato superato tutto e si è arrivati così al rilascio del permesso a costruire.

Si è aperto un nuovo capitolo.

Conclusioni

Ancora una volta il nostro viaggio finisce qui.

Abbiamo raccontato questa vicenda nella sua esatta cronologia, riportando estratti autentici degli atti. Com’è nostro costume.

Non servono altri fronzoli, né giudizi, né commenti. Sono sufficienti date, fatti ed atti.

Parlano da soli.

Come sempre. Ci raccontano molto di più di quanto qualunque scrittore, anche il più fantasioso, riuscirebbe a fare.

Ci raccontano la quotidianità, in tutte le sue sfaccettature. Così come il cittadino comune riesce solo a percepirla.

Un mondo nel mondo, un mondo in cui a noi piace di tanto in tanto – da autentici imbecilli – infilare la penna.

Clan di Bertoldo

 

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