E’ un autentico je accuse quello lanciato dal Presidente del WWF Claudio d’Esposito che dice chiaramente che ormai è chiaro l’intento di voler abbattere, immotivatamente, il pino di Piazza Mercato.

D’Esposito fa saper poi, che a pochi passi dal pino, ieri notte sono stati tagliati – con il placet della stessa associazione ambientalista – due alberi che effettivamente erano pericolosi e che invece nessuno aveva mai notato.

Ecco cosa scrive Claudio d’Esposito:

Nella perizia agronomica consegnata al Comune dal WWF (l’unica effettuata su quell’albero allo stato attuale) è chiaramente scritto che:

“non sono emerse situazioni di grave pericolo imminente e/o di evidenti segnali di cedimento strutturali della branca che si protende verso la pubblica via da far ipotizzare un imminente grave rischio per la pubblica e privata incolumità”.

Non si comprende il motivo per il quale la strada non venga riaperta?

Che qualcuno voglia protrarre nel tempo il “millantato pericolo” e fare di tutto per abbattere quegli alberi?

Mantenere viva una sorta di psicosi indotta, senza motivo alcuno, che porterà a riaccendere le motoseghe … è questo l’obiettivo?

Intanto … e nessuno se ne è nemmeno accorto … ad appena 50 metri di fronte, nel comune di Piano di Sorrento, la notte scorsa, sono stati tagliati a raso ben 2 alberi di jacaranda sotto la supervisione del WWF e dell’assessore al verde!

Quegli alberi (già periziati inutilmente qualche anno fa) si presentavano con il 50% del legno decomposto al colletto e, uno in particolare, aveva una inclinazione estrema. Come è possibile che l’agronoma (la stessa criticata dal WWF quando condannò a morte ben 44 alberi a Piano di Sorrento perché ritenuti pericolosi) non si fosse accorta di quella grave ed evidente patologia?

Stavolta è stato un altro agronomo ad accorgersene suggerendo il taglio degli alberi. Insomma si lasciano in piedi alberi pericolosi e ci si accanisce su alberi che non lo sono? E’ tempo di recuperare un approccio sereno e scientifico alla materia … altrimenti rischiamo seriamente di perdere tutti i nostri preziosi alberi dalle città e, magari, lasciamo in piedi proprio quelli che crolleranno!