Quando arriviamo al The Bridge c’è ad attenderci l’amico Alessandro Esposito. E’ lui che ci ospita. C’è anche ed il regista in seconda Francesco Esposito. E’ la seconda volta che sostituisce il collaudato Nino Lauro.

Luigi Iaccarino non c’è ancora.

Il solito ritardo del treno.

Entra pochi minuti dopo e si scusa.

Strette di mano. Un paio di prove con la Gopro, alla ricerca della ripresa migliore, e poi via.

Si parte da un chiarimento. La prima domanda la pone Luigi a noi.

Ci sta.

Rispondiamo e rilanciamo.

Alla fine saranno quasi 50 minuti di chiacchierata.

Forse è record, non ricordo.

Non me ne ero nemmeno accorto.

Luigi è calmo, pacato, semplice, ma non per questo noioso, anzi.

Coinvolge. Coinvolge e stimola.

In pratica dimentichiamo la Gopro.

50 minuti in cui si parla di tutto, senza mai affondare. Si vola alto.

Chiudiamo in maniera insolita, con una domanda di cui non chiediamo risposta, ma riflessione.

Un compito a casa che lui promette di svolgere.

Prima di congedarci conclude con un messaggio sibillino:

“Spero che questa mia intervista possa servire a qualcosa, come riflessione almeno di qualcuno”.

Noi crediamo già sia servita.

Johnny Pollio