Sono giorni che mi limito a cliccare sul tasto “pubblica” della pagina “operativa” del blog. Al massimo correggo qualcosa.

Ve ne sarete accorti, non scrivo di mio. 

Non rifletto.

Mi sono abbandonato nel mio Giardino Incantato, dove il risveglio della primavera fa a cazzotti con l’atmosfera spettrale che si vive fuori. 

Demoralizzato e stufo di sentirmi piovere addosso accuse di ogni tipo. Faccio un piccolo resoconto:

  • allarmista,
  • terrorista,
  • catastrofista,
  • uccello del male augurio.

Ma anche:

  • bastardo,
  • frustrato,
  • merdaiolo,
  • e via dicendo.

Ora, però, sollecitato da tanti amici, soprattutto medici, provo a tirar fuori la testa. Sono loro che mi hanno destato:

La situazione è catastrofica, scrivi qualcosa.

Allora lo faccio. Tra un pesco in fiore ed un mandarlo chiomato, dico la mia e mi rivolgo ai Sindaci.

Ai nostri Sindaci.

E’ tutto nelle vostre mani.

Avete sbagliato tanto sino ad oggi, ma non fa niente. Vi perdoniamo. 

Vi perdono. 

A condizione, però, che tiriate fuori gli attributi. Oggi abbiamo un emergenza. Un’ulteriore bomba nell’esplosione atomica di questa Emergenza Coronovirus. Solo voi potete provare a disinnescarla. Senza incertezze, senza buonismi e senza calcoli elettorali.

Questa bomba si chiama: rientro dei marittimi.

Già perché il caro e amato dottor, professor, commendator, Gianluigi Aponte, vostro amico, ci ha fatto questo bel regalo. Ha deciso di sospendere l’attività crocieristica in nome della… 

…salute e la sicurezza dei nostri ospiti, dell’equipaggio e delle comunità locali – compresi i nostri dipendenti e le loro famiglie – vengono al primo posto. Come compagnia familiare con oltre 300 anni di tradizione marittima, abbiamo ritenuto che questa fosse la decisione giusta da prendere.

Certo, grande anima Aponte, ci sarebbe da chiedersi chi cazzo sarebbe salito su una nave da crociera di questi tempi in cui tutti i paesi, tranne forse Burundi e Capocchiastan, hanno deciso di chiudere le frontiere, ma questa è la solita mia dietrologia. 

Diamo per buono ciò che ci hanno detto quelli della MSC. Intanto il problema lo hanno scaricato su  quelle stesse comunità locali che, in perfetta buona fede, avrebbero voluto tutelare.

I marittimi sbarcati devono ritornare a casa, con tutto il loro potenziale carico virale. Certo, perché al di là delle minchiate che si dicono, ammesso e non concesso che abbiano davvero fatto la quarantena prima (e non si capisce quando visto che la decisione di sospendere le crociere è stata assunta solo pochi giorni fa), ammesso e non concesso che abbiano fatto controlli prima, nulla esclude che quel bastardo virus l’abbiano potuto contrarre dopo. All’aereporto, nel porto, in stazione, in autobus. 

Ovunque ed ora lo portano a noi che già stiamo belli inguaiati, che già non abbiamo provveduto a fermare prima questa immigrazione. Agli studenti fuori sede ed agli altri loro colleghi che vanno per mare: a nessuno.

Allora non ci possiamo permettere quest’altro bombardamento. Abbiamo il dovere di fermarlo. Non a chiacchiere ed affidandoci al loro buon senso, come ha scritto qualche giorno fa il Sindaco di Piano di Sorrento Vincenzo Iaccarino. Nè al protocollo, ma concretamente.

Non possiamo pretendere di controllare un migliaio di persone (ai trecento che sbarcano si aggiungono i loro nuclei familiari che pure dovrebbero restare in isolamento). Non abbiamo i mezzi e gli uomini per farlo.

Dobbiamo isolarli, anzi aiutarli ad isolarsi. Sì aiutarli, perché non tutti possono permetterselo. Chi vive in un appartamento di 50 metri quadri (e ce ne sono) come cazzo si isola?

Allora sparo la mia.

Chiamate al caro e amato dottor, professor, commendator, Gianluigi Aponte, e – senza appiccicarsi – gli dite:

Cavalie’ (fa sempre scena chiamare ad uno così), qua stiamo nella merda. Tu sei stato un grand’omm’ a farli sbarcare tutti, ma non basta. Caccia qualcosa di soldi e sistemiamoli in qualche hotel per un paio di settimane.

‘O Cavaliere risponde picche?

Allora utilizzate gli strumenti che vi mette a disposizione l’ordinamento. Un bel provvedimento eccezionale, di quelli già previsti nella vecchia legge del 1865 e poi recepiti nel TUEL. Requisite un albergo e piazzateli lì.  Come Ufficiali di Governo lo potete fare, senza aspettare che qualcuno lo faccia al posto vostro. 

Certo dopo ci sarà da rimborsare, allora tornate a bussare al caro e amato dottor, professor, commendator, Gianluigi Aponte, e – sempre senza appicicarsi – gli chiedete un contributo.

Se dovesse rispondere ancora picche che dirvi. Una festa, una sagra, un contributo in meno (ho fatto il conto al massimo un centinaio di migliaia di euro al Comune) ed i cittadini capiranno.

Soprattutto se avrete loro salvato il culo.

Anche i marittimi capiranno. Nessuno ce l’ha con loro, nemmeno io. Anzi, a dimostrazione di ciò, mi impegno quando finisce ‘sta storia, ad andarli a baciare i piedi ad uno ad uno. In segno di rispetto, perché è anche grazie a loro se si tiene in piedi ‘sta baracca chiamata Penisola sorrentina.

Perdonatemi, ma ora vado a tirare qualche ortica dal mio Guardino Incantato. 

Johnny Pollio