Lo battezzammo l’ombrello di Natale, ve lo ricordate?

Era l’albero (o presunto tale) che l’Amministrazione scelse per abbellire Piazza Cota l’anno scorso.

Ce ne dissero di tutti i colori.

“Imbecilli che non capiscono niente”.

Fu il migliore degli epiteti raccolti.

Il Sindaco Vincenzo Iaccarino dalle pagine del suo blog ci spiegò che avevano…

“…preferito un albero che si distinguesse dagli altri che adornano i Comuni della Penisola e che ben si armonizzasse al contesto della Piazza”.

Altro che Ombrello di Natale, come da noi troppo frettolosamente giudicato, quello sarebbe diventato l’Albero degli abbracci.

Una figata terribile!

Così furono chiamati tutti a raccolta. Chi più ne aveva più ne metteva.

Altre luci, scaglie di marmo, tubi, ciclamini.

Usarono tutto il rhum che avevano in dotazione, ma il babà comunque non uscì.

Per noi era e restava come la Corazzata Potemkin del film di Fantozzi:

“Una cagata pazzesca”.

Lo scrivemmo pure.

Fu un vilipendio.

Per smentirci scese in campo il meglio della fanteria degli adulatori.

Ognuno ribatteva al nostro oltraggio con un aggettivo.

Bello, stupendo, unico, elegante, fantastico, eccezionale, irripetibile, sensazionale, speciale, di classe, meraviglioso, spaziale, universale, fantasmagorico, colossale, inimmaginabile.

Altro che “cagata pazzesca”!

Altro che i 92 minuti di applausi del ragioniere impersonato dal compianto Paolo Villaggio. Fummo costretti a subire 92 giorni di pubblico ludibrio per l’affronto portato.

Stasera però, esattamente a distanza di un periplo della terra attorno al sole, ci capita di passare per quella stessa piazza e in cosa ci imbattiamo?

In questo banalissimo albero di Natale. Così come si trova in tutti gli altri Comuni.

Così come è stato sempre fatto.

Però va bene.

Diciamo bravi.

L’hanno fatto più basso e lo hanno accentrato. E’ meno un “casatiello” che nel passato.

Avremmo detto anche bravissimi se magari avessero usato luci calde.

Superbravissimi se avessero anche riconosciuto che l’anno scorso avevano davvero toppato.

Che quell’albero bello, stupendo, unico, elegante, fantastico, eccezionale, irripetibile, sensazionale, speciale, di classe, meraviglioso, spaziale, universale, fantasmagorico, colossale, inimmaginabile era realmente…

Va bene, lasciamo stare.

Questo sarebbe stato chiedere davvero troppo.

Intanto loro, cioè gli altri, cioè i fedelissimi di tutte le stagioni.

I signorsì.

In altri termini i lecchini.

Loro non possono fare altro che armarsi di dizionario e cercare di tirar fuori nuovi e più scodinzolanti aggettivi superlativi. Termini mai usati prima.

Non sarà facile superarsi, ma hanno il dovere di fare bella figura. Si devono guadagnare la carezza.

Non possono come noi accontentarsi di dire semplicemente…

Bravi.

j.p.