Ieri mi è capitato di imbattermi in un post pubblicato sulla bacheca del Sindaco di Piano di Sorrento Salvatore Cappiello. L’autrice (non ho capito bene se studentessa o genitrice) sostanzialmente “sfanculava” il Primo cittadino perché, a suo dire, non le aveva risposto ad una serie di messaggi in privato in cui chiedeva addirittura una video conferenza a lei dedicata.

Motivo dell’acredine?

La circostanza che Cappiello non aveva provveduto alla chiusura dell’Istituto Nino Bixio e non aveva fornito spiegazioni circa i contagi nella stessa scuola.

L’autrice scriveva al plurale, senza tuttavia qualificarsi.

Insomma non si sa a che titolo scriveva, scriveva e basta. Lo sfogo veniva poi ripreso e rilanciato anche dal solito noto direttore di testata on line.

Nonostante tutto Cappiello, evidentemente preso sulla stanchezza, si decideva a rispondere con un post quasi paterno e di questo tenore:

Cari Ragazzi, forse potrà sembrare strano, ma vi assicuro che non rispondere ai messaggi che tanti di voi mi inviano, non è una mancanza di attenzione, ma una difficoltà oggettiva. So che per voi è una modalità semplice, ma per me riscontrare decine e decine di messaggi, ogni giorno, specialmente in questo periodo, costituisce un impegno difficilmente conciliabile. La mia porta è sempre aperta sia ai vostri rappresentanti, sia a chi vuole venire in prima persona. Ci tengo a precisare però che, come Sindaco, alla luce dei provvedimenti Statali, della giustizia amministrativa e della Prefettura, non ho possibilità di intervento in ambito scolastico. Le maglie residue sono strettissime. Tuttavia, se dovessi riscontrare dalla Dirigente (che ha comunque poteri decisionali autonomi in materia) una oggettiva difficoltà allo svolgimento delle attività scolastiche, non esiterei a ponderare con lei, le decisioni da prendere nel rispetto della legge. Mi sento di aggiungere che la vostra Dirigente, Figura competente per la gestione e il funzionamento dell’Istituto, ha personalità e capacità tali da saper gestire la situazione e troverà sempre in me un interlocutore attento, così come lo sarò di fronte alle vostre istanze formali. Il Nautico è per noi motivo di orgoglio e fonte di impegno, come quello a sollecitare la Città Metropolitana alla definizione dei lavori.

L’autrice misteriosa, però, lungi dal ritenersi soddisfatta, aggiungeva anche il carico da novanta e bacchettava nuovamente il Sindaco…

Capisco la vostra difficoltà nel rispondere i messaggi.. però purtroppo a noi ad oggi ne la preside ne chi è di competenza si degna nel darci i dati effettivi dei contagiati all’interno dell’istituto che come lei dice è l’orgoglio della città. Le chiediamo per la millesima volta di informarsi..
lei che può, e farci sapere al più presto pubblicamente la situazione ..
Per fortuna questa volta Cappiello, ritornato in sé, non rispondeva alla sfacciataggine di chi pretendeva addirittura che il Sindaco smettesse di fare il Sindaco e si mettesse a contare coloro che risultavano contagiati nella sua scuola (che ovviamente non è detto siano tutti di Piano di Sorrento) per poi comunicarlo a lei o a chiunque altro ne avesse fatto richiesta. Poi magari, terminata quella conta, avrebbe dovuto aggiornare qualche pendolare che voleva sapere quante tra le persone che prendono il treno con lui la mattina sono contagiate e poi ancora una massaia che vuole sapere quanti tra dipendenti e clienti risultano affetti dal COVID nel supermercato dove si reca a fare la spesa e via dicendo.
 
Il Sindaco, insomma, si dovrebbe trasformare in un pallottoliere e se non lo fa è un cattivo Sindaco.
Già, perché oggi si porta il Sindaco che ha il filo diretto con il cittadino che deve intervenire anche quando la signora del piano di sopra “scotolea” la tovaglia fuori al balcone.
 
Il Sindaco/cumpariello, non il Sindaco/istituzione, perché oggi siamo allergici alle istituzioni. Le istituzioni rappresentano i doveri e noi conosciamo invece solo i diritti; anzi no, i favori.
 
Ecco perché il Sindaco deve rispondere a comando e deve anche chattare in privato, se richiesto, con tutti i singoli cittadini.
 
Una vera e proprio deriva, civica prima ancora che politica.
 
Una deriva che ha però proprio nella politica la sua genesi.
Sì, proprio nella politica.
La conferma di questo teorema l’ho ricevuta poche sere fa da un altro Sindaco, il metese Giuseppe Tito. Tito, in una delle sue ormai celeberrime dirette facebook, spazientito si lamentava di quanti lo riempivano di contumelie sul suo profilo.
Non si è chiesto però Tito come si sia potuto arrivare a ciò?
Allora uno spunto di riflessione glielo offro io. Il cominciare le sue dirette, magari salutando Gigginiello ‘e miez’ ‘o Mulino o inviando un abbraccio circolare ed una smitragliata di baci a Sisinella di Casa Starita, non è che autorizza Gigginiello e Sisinella a considerarlo non più ‘O Sinnaco, bensì ‘o frate lloro?
Secondo me sì ed allora è chiaro che ci sente poi legittimati a prendere quello stesso Sindaco a male parole, è sempre ‘o frate tuie.
Si sono completamente annullate quelle distanze che dovrebbero esserci tra cittadini ed istituzioni. Le istituzioni stanno perdendo la loro dignità, i cittadini stanno perdendo il rispetto.
E’ una giostra impazzita che occorre prima o poi fermare, se non si vuole correre il rischio un giorno di vedere un cittadino bussare alle porta di un Sindaco o di un assessore per comunicargli che ha bucato la gomma della propria auto e pretendere l’intervento della macchina dei vigili che lo accompagni  a ritirare le analisi dalla zia in laboratorio e guai se quel giorno il Sindaco o l’Assessore non apriranno quella porta.
E’ chiaro che le istituzioni hanno il compito di ascoltare e comunicare con i cittadini, ma nelle giuste forme, con i giusti modi e nei giusti tempi. Perché una Sindaco o un Assessore che trascorre la vita a chattare sui social con i cittadini porta con sé una sola certezza: sta facendo il call-center non sta svolgendo bene il suo ruolo di Assessore o Sindaco. 
Questo lo devono capire le istituzioni e farlo capire anche ai cittadini.
j.p.