La galleria fotografica

Il racconto

La barca che traghetta me ed il Sindaco Tito è l’ultima a raggiungere il secondo punto di sbarco. Scendiamo e ci dirigiamo su una spiaggetta situata prima della foce del rivo di Lavinola. Mi soffermo su un piccolo promontorio.

Osservo il mare.

E’ limpido, ma maculato da chiazze di schiuma. Mi spiegano che quelle spruzzate di frappè vengono dal porto della vicina Marina di Cassano.

Non ne sono tanto convinto.

In ogni caso fotografo. Sul fondale le inconfondibili alette di un assorbente, svolazzando, sembrano salutarmi. Ricambio il saluto e mi affretto per raggiungere il resto della comitiva che già si trova sull’arenile.

Gigino mostra un video ricevuto qualche giorno prima. Il video immortala quel tratto di costa che all’improvviso si colora di marroncino. Tutti ne prendiamo atto e cerchiamo di capire dove possa essere il punto preciso ritratto nelle immagini.

Al momento non scorre niente. Tutto fila liscio.

Da quei luoghi non verrà fuori un granché, si decide di passare oltre. Gli ultimi a lasciare la spiaggia siamo sempre io e Gigino. Con noi questa volta resta il Comandante De Marini. Gigino, che non si vuole rassegnare, ci mostra alcuni scogli che fuoriescono dalla rena. Sono insolitamente vellutati, cosparsi da quella microvegetazione tipica da eccessi di…

Ci siamo capiti. Non serve più ripetersi.

Riguardiamo il filmato. E’ proprio quello il punto che era stato ripreso alcuni giorni prima. Magari con delle analisi specifiche della sabbia si potrebbe aggiungere qualche altro tassello.

Chissà!

Possiamo riprendere la marcia: prossima destinazione la cosiddetta Grotta di Malinconico.

A causa del nostro supplemento di indagini sulla spiaggetta, quando arriviamo alla Grotta gli altri stanno già uscendo. Solo in seguito capirò il perché. Un uomo dai capelli brizzolati e dalla pelle cotta da sole ci accoglie facendoci strada. Non chiedo, ma stimo possa trattarsi del proprietario. Ci invita a proseguire verso l’interno.

Eseguiamo.

Ad un tratto veniamo assaliti da un tanfo impressionante, peggiore di quello che c’era nella grotta. Abbasso lo sguardo e dinanzi ai miei occhi si materializza un enorme lago di liquami schiumosi. Invade una vasta area dell’antro.

E’ impressionante.

Ancora una volta siamo lì: io, Gigino e la…

Avete capito un’altra volta.

Cerchiamo di individuare dove finisce quell’insolito lago. Guardiamo sulla destra, sulla sinistra.

Non è facile.

La condizioni ambientali non ci aiutano nemmeno a ragionare.

Gigino mi spiega che siamo esattamente alle spalle del punto in cui ci pioveva addosso. Se facessimo una traforo nel tufo arriveremmo pressapoco nel luogo in cui la condotta di Meta di innesta in quella consortile.

Il particolare che più sorprende è che quella impressionante massa di liquami non è stagnante.

Scorre.

Panta rei.

Provo con lo sguardo a seguire il rivolo, proviene da dietro ad una imbarcazione tirata a secco.

Serve un altro atto di coraggio. Guado il laghetto servendomi di qualche asse di legno e riesco ad intrufolarmi sotto la prua della barca.

La puzza è opprimente.

Per un attimo mi viene la tentazione di portarmi la camicia al volto, per coprirmi naso e bocca.

Poi desisto.

Mi rammento di ciò che ci era piovuto in testa – e quindi anche sulla camicia -pochi minuti prima nella grotta.

Trattengo il respiro e sgattaiolo furtivamente oltre il gozzo in legno.

Ne è valsa la pena.

La montagna ci regala la scoperta: la fonte di quei veleni è lì.

Chiamo Gigino che subito accorre con la sua inseparabile torcia.

Le macchine fotografiche non bastano più. Sia io che lui azioniamo la modalità video.

Serve documentare bene.

Iniziamo così le riprese che potrete vedere in alto. In quel minuto scarso di filmato io e Gigino ci scambiamo alcune battute. Sono nature, in lingua madre napoletana. Gigino ad un certo punto quasi mi “cazzea”:

“Vancell’ a dicere a chisti, va’. Comme s’è scavato a via ‘e ccà l’acqua no…”

Lasciando intendere che può essere arrivata ovunque.

Già…

Intanto anche questa missione è compiuta. Possiamo lasciare quei luoghi molto poco ameni.

Uscendo fuori rivolgo ancora uno sguardo al mare. E’ ancora limpido, in quel tratto è pure privo di schiuma. Anche lui sembra straffottersene di ciò che accade a pochi metri dalla quella riva. Nella ormai celebre Grotta di Malinconico.

Sembra.

Raggiungiamo gli altri che si sono fermati a ristorarsi al bar del Giosuè a Mare. Il Sindaco Tito è lì a discutere animatamente con il capo dei Ghostbusters. E’ visibilmente alterato.

Apprendiamo subito dopo che i Ghostbusters provvederanno a relazionare nel giro di un paio di giorni sugli esiti del sopralluogo. Poi faranno recapitare al Comune gli interventi necessari per risolvere il problema (meglio dire i problemi) con relativa tempistica.

Gigino si mostra scettico, secondo lui, non sarà facile venirne a capo e soprattutto non in breve tempo.

Tito completa il percorso evolutivo, passando dalla modalità incazzato nero a quella…

“Madonna mia aiutami tu!”

Lo saluto e lo ringrazio, strappandogli una promessa.

Si ritornerà a controllare che tutti i problemi saranno risolti.

Masochista.

(FINE SECONDA ED ULTIMA PUNTATA)

Johnny Pollio

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