Questa sera non riesco a prendere sonno.

Mi guardo intorno: la mia camera da letto è più disordinata del solito. Tutta la casa è in gran subbuglio negli ultimi giorni.

La signora Concetta, la mitica “Titina”, mi ha abbandonata nel mio caos.

 

Titina mi dava una mano con le faccende domestiche.

Veniva due volte alla settimana per un paio d’ore e, nonostante l’età avanzata, era un fulmine, se le mangiava a morsi le pulizie e tutto brillava in un battibaleno.

Con lei non c’era nemmeno bisogno di parlare, prendeva subito l’iniziativa e sapeva già il da farsi.

È anche molto simpatica, un’esplosione di contagioso buonumore.

“Alo’, brioche! Signurì, state ancora dormendo?”

Mi sembra di sentire ancora la sua voce squillante, quando entrava in casa.

Le avevo dato una copia delle chiavi e lei arrivava alla buonora, armata di tutta la sua gagliarda vitalità.

Ed io, sì, dormivo ancora.

Il tempo di docciarmi e rendermi presentabile con i miei tempi lenti del mattino, mentre lei, invece, mi rendeva  presentabile  casa con velocità sorprendente.

Era bello iniziare la giornata con Titina.

I suoi sorrisi trasmettevano allegria, per non parlare dei nostri scambi di battute.

“Signurì, ste’ diavolerie moderne non fanno per me!”

…  esclamava se mi ostinavo a farle usare il mocio al posto del tradizionale straccio.

Poi, quando s’ imbatteva in un mio slip con pizzi o nel calzino leopardato o nel top con paillettes,  chiedeva:

“Signurì, ma cos’è questo coso? Uh mamma santa …”

Alzava gli occhi al cielo, mi guardava e se la rideva.

Ormai si era abituata anche ai miei modi strambi; ai guardaroba  e ai sgabuzzini super zeppi di panni, degni di un affollato mercatino; ai tavoli sempre pieni di libri, fogli sparsi, tazzine di caffè, cioccolatini e scartoffie.

 

“E qua che vi siete  fatta?”

…  chiedeva quando notava uno dei miei tatuaggini.

E che le spiegavo?

“Ma non si toglie più?”

Eh no.

“Frisc’ o’ Priatorio!”

Già  … pace e refrigerio, si rinfreschino le anime del Purgatorio, che in questa casa vive una donna tutta matta, piena di diavolerie!

Ricordo poi le sue sculacciate bonarie  appena mi chinavo per aiutarla con scopa e paletta:

“Non vi mettete  così, ché il mondo è fetente!”

Hai voglia di ricordarle di darmi del tu, il plurale maiestatis è nel suo DNA.

Quando veniva Titina, c’era il fracasso in casa.

Non potevo certo starmene in beato silenzio a smanettare sulla tastiera del computer.

“Signurì, non vi mettete paura, sono io!”

… urlava dal piano di sopra, prima di  scaraventare le scope dalle scale. Il suo avviso, però, arrivava in contemporanea al lancio ed io sussultavo ogni volta.

“Signurì, chi era quel bel giovanotto?”

…  domandava con lo sguardo malizioso, se mi vedeva chiacchierare con il giardiniere.

Era diventata di casa Titina e non solo perché aveva le chiavi.

Avete presente le governanti simpatiche delle serie TV americane? Ecco, lei era così, se non di più.

È un gran bel personaggio.

Insieme, visto che anche io sono un mezzo personaggino, formavamo un duetto esplosivo.

Ebbene, Titina qualche giorno fa mi ha detto che, dati i frequenti “acciacchi” alla schiena, non può più continuare la sua collaborazione.

Sapevo prima o poi questo momento sarebbe arrivato.

L’avevo messo in conto, visto che è piuttosto anzianotta (anche se con la sua super energia farebbe un baffo alle trentenni stanche ed impigrite di oggi).

Eppure, quando mi ha comunicato la notizia, mi ha comunque spiazzata.

Mi mancherà.

Sono ormai diversi anni che veniva.

È come se si stesse chiudendo un periodo della mia quotidianità e mi vien da pensare che quando vai d’accordo con una persona e trascorri del buon tempo con lei, devi sempre averlo a mente per goderne con pienezza.

Ecco, la riflessione della sera, in diretta dal mio cuscino, oggi è questa.

Certo, ci siam dette che la andrò a trovare, ogni tanto lei verrà a bersi un caffè qui, ma si sa, tra il dire e il fare … corri di qua, corri di là, ci perderemo di vista.

Arrivederci signora Titina e grazie di tutta l’allegria e il buonumore trasmessi in questi anni.

Le prometto che con il tempo riuscirò ad essere meno scombinata, anche se mi toccherà fare a meno del suo prezioso aiuto.

Maelka