“Il Gargiulo, però, queste particelle contigue da asservire al fondo ritenuto congeniale ce le ha?”

E’ giunto finalmente il momento di trovare una risposta a questo quesito che continua a martellarci.

Non sarà un compito facile. Occorre prestare attenzione.

Direttamente dalla prima puntata di questa inchiesta andiamo a rispolverare una data: il 4 luglio del 2014. In quella data Gargiulo Agostino, il proprietario del fondo ritenuto congeniale, protocolla al Comune di Sant’Agnello l’atto con cui si impegna…

“…all’asservimento dell’area necessaria per la realizzazione della struttura”.

Una sorta di promessa. L’atto di asservimento vero e proprio verrà in realtà sottoscritto solo il 10 dicembre 2014 e registrato il successivo 30 dicembre.

Per effetto di questo impegno abbiamo che il lotto di pertinenza (l’area dove sorgerà il canile a tempo determinato) è costituito dalla seguenti particelle tutte del foglio 11:

  • n. 182 mq 1330
  • n. 137 mq 1230
  • n. 184 mq 80

Per un totale di 2640 metri quadrati.

Le altre particelle contigue, asservite in maniera tale da poter soddisfare gli indici di edificabilità, sono:

  • n. 77 mq 3440
  • n. 132 mq 1944
  • n. 170 mq 257
  • porzione della n. 79 pari a mq 1367,33.

Totale 7008,33 metri quadrati che sommati ai 2640 dell’area di intervento ci danno questo risultato: 9648,33.

9648,33 metri quadrati rappresentano quindi  l’area complessiva da considerarsi utile ai fini del calcolo della cubatura da realizzare. Infatti se moltiplichiamo questo dato per 0,03, otteniamo che l’opera dovrà essere pari a 289,45 metri cubi. Tanti quanti ne sono indicati in progetto dagli architetti Giansalvo e Rosario Fiorentino.

Ora alla data del 4 luglio 2014, ma anche a quella successiva del 10 dicembre, tutte le particelle sopra indicate al catasto risultavano intestate proprio a Gargiulo Agostino. Gargiulo le aveva acquistate il lontano 27 maggio 1973 dai signori De Felice Linda e De Felice Enrico.

Tutte tranne una. La più piccola. La numero 184. Quella pari ad appena 80 metri quadrati.

Questa particella, alle date sopra indicate, era intestata proprio ai signori De Felice Linda e De Felice Enrico.

Possibile mai?

Possibile sì.

Pochi mesi prima, il 15 gennaio del 2014, gli uffici del catasto avevano provveduto ad una variazione d’ufficio ed avevano reintestato quella particella ai precedenti proprietari (i fratelli De Felice). Senza tener conto, pertanto, della vendita avvenuta nel 1973. Insomma per il catasto Gargiulo Agostino non era il proprietario della 184, ma erano ancora i De Felice.

La variazione d’ufficio non veniva disposta solo sulla particella numero 184, ma anche su altre. Come ad esempio la 180 e la 183. Tutte venivano “tolte” a Gargiulo Agostino e riassegnate ai fratelli De Felice.

Questa è bella e perché?

Per provare a risolvere l’arcano andiamo a consultare la mappa catastale e scopriamo che le particelle oggetto della variazione d’ufficio corrispondono né più né meno all’area che poi è diventata sede stradale. L’area che è diventata via Nastro d’Argento.

Date un occhio qui:

Questa è ancora più bella!

Ora siccome ad oggi via Nastro d’Argento non risulta ancora inserita in mappa sorge un altro problema.

Non è che quelle particelle (compreso la 184) costituiscono la sede stradale e quindi la 184 non sarebbe utile ai fini del calcolo della superficie edificabile?

Per provare a trovare una risposta anche a questo ulteriore quesito abbiamo sovrapposto la mappa catastale alle immagini satellitari e questo è stato il risultato:

Il dubbio c’è tutto!

Vale a dire: dall’esame dello stato dei luoghi attuale la superficie dei terreni dove si sta realizzando il canile a tempo determinato corrisponde a quella riportata al catasto oppure è inferiore?

Sarebbe stato opportuno verificare. Infatti, qualora non fosse così, qualora ad esempio la particella numero 184 (quella che all’epoca degli atti di asservimento non era intestata a Gargiulo Agostino) non facesse più parte del fondo i conti non tornerebbero più. L’indice non verrebbe più rispettato.

Evidentemente questo dubbio non è sorto solo a noi, ma anche ad altri. La conferma la si ha correndo avanti nel tempo. Catapultandosi al 18 gennaio del 2017, a lavori ampiamente in corso.

Con una scelta repentina, con RAPIDITA’ D’ESECUZIONE, innanzi al notaio Dente Francesco viene stipulato un atto di compravendita con cui Gargiulo Agostino cede tutta la sua proprietà al figlio Gargiulo Guglielmo.

Cede tutte le particelle coinvolte nella operazione canile a tempo determinato, compreso la numero 184, quella che era stata intestata d’ufficio ai fratelli De Felice. La 180 e la 183 (le altre due coinvolte nella variazione d’ufficio) invece non vengono toccate. Restano ai De Felice. Quasi come se non servissero.

Sulle carte tutto torna in ordine.

Nella realtà il dubbio cresce ancora di più.

Di chi è realmente quella particella numero 184?

Il quesito che ci siamo posti alla prima puntata e a cui stiamo provando a fornire risposta era però più ampio.

Lo ricordate?

“Il Gargiulo, però, queste particelle contigue da asservire al fondo ritenuto congeniale ce le ha?”

Insomma il Gargiulo non solo doveva essere proprietario di quelle particelle, ma quelle particelle dovevano essere anche contigue. Sulla proprietà ci siamo concentrati ed abbiamo visto che restano dubbi. Ora concentriamoci su quel secondo elemento.

Un aggettivo: contiguo.

Il termine deriva la latino contiguus ed ha come tema il verbo contingĕre: toccare.

Secondo la definizione della Treccani si dice di cosa che…

“…è posta vicino ad altra cosa, in modo da avere con essa un termine (lato, ecc.) comune: due case, due orti c.; nella stanza contigua”.

Questo in italiano.

Giuridicamente negli anni l’accezione è stata un tantino ampliata. Per cui si è giunti alla conclusione che due fondi sono “contigui” anche quando non confinano. Quando ad esempio sono attraversati da una strada, sia essa pubblica o interpoderale si possono ancora definire “contigui”. Due fondi che distano tra loro 30 metri sono stati considerati contigui. 50 metri, secondo la giurisprudenza cominciano ad essere troppi.

Insomma sono “contigui” quando agevolmente puoi andare da un fondo all’altro.

Torniamo allora alle particelle e verifichiamo anche questo (vale a dire se sono contigui) dando un altro sguardo alla mappa:

 

Le particelle 137, 184, 627 e 628 (queste ultime due sono la trasformazione della originaria 182), sono effettivamente “contigue”. Stanno vicine vicine. Sono praticamente “azzeccate”.

Condizione rispettata.

Cerchiamo intorno le altre, quelle asservite, ma non le troviamo. Negli atti allegati alla richiesta di permesso a costruire sono nominate, ma mai descritte.

Non desistiamo.

Continuiamo a spulciare il foglio 11 e finalmente le rinveniamo.

Eccole: stanno lassù.

 

Le particelle 170, 132, 79 e 77  sono tra loro “contigue”. Stanno anche loro vicine vicine. Sono anche loro “azzeccate”, ma?

Sono contigue alle altre?

Per avere un’idea alleghiamo la mappa catastale rimpicciolita.

La linea rossa collega ipoteticamente – ed in linea d’aria – il punto più vicino della 132 (una delle particelle asservite) alla 137 una delle particelle dove sorge il canile a tempo determinato.

Vi sembrano contigue?

Secondo Google Earth la distanza non è né di 30, né di 40, né di 50 metri, ma di circa 200. Sempre in linea d’aria.

Per passare dal canile a tempo determinato alle particelle asservite si deve attraversare via Nastro d’Argento, l’isola ecologica e poi anche la ampia particella numero 621.

Altro che agevole!

Dobbiamo aggiungere altro?

Eppure Commissione integrata, Soprintendenza, Consiglieri comunali e uffici questi dubbi non se li sono mai posti.

Secondo loro le particelle erano tutte di Gargiulo Agostino e pure contigue.

Si potevano asservire.

Si poteva consentire la costruzione di circa 300 metri cubi di fabbricato da destinarsi a…

“…ambiente per lo stivaggio e la preparazione degli alimenti, infermeria con piccolo wc, spogliatoio per il personale, medicheria, altri spogliatoio ed altri wc”.

Beati loro che hanno tutte queste certezze.

Per la verità, gli unici che qualche perplessità l’avevano sollevata erano stati i parlamentari del Movimento 5 Stelle Sergio Puglia, Daniela Donno, Vilma Moronese, Vincenzo Santangelo, Gianluca Castaldo, Sara Paglini e Mario Michele Giarrusso che il 17 novembre del 2016 avevano presentavato un’interrogazione ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei beni e delle attività culturali e del turismo e delle infrastrutture e dei trasporti.

I senatori pentastellati, si “impippavano” però appresso al comodato, ritenendolo (non si sa perché) istituto non legittimo a giustificare un rilascio di permesso a costruire.

Risultato?

Non cavavano un ragno dal buco. Tant’è che ad oggi non si hanno notizie di una risposta da parte del Governo.

E’ un peccato.

Se aiutati avrebbero potuto fare molto di più. Avrebbero potuto realmente fare chiarezza. Scoprire carte che noi non potremmo mai scoprire. Basti pensare che nella Commissione integrata (edilizia ed ambientale) siede il geologo Fabio Aponte.

Aponte, fu nominato in quel ruolo nel settembre del 2013, direttamente dalla Giunta che fa capo al Sindaco Piergiorgio Sagristani.

Aponte è stato individuato dai 5 Stelle come possibile candidato Sindaco da contrapporre a Sagristani alle prossime amministrative.

Aponte come membro della commissione integrata ha accesso a tutti gli atti.

Aponte nella seduta del 30 aprile 2014, seduta in cui fu approvato il progetto del canile a tempo determinato, era presente.

Aponte in quella seduta, così come già era avvenuto per l’housing sociale, si allineò: voto favorevole.

Orlando, Sagristani, Aponte.

Il passato, il presente e forse il futuro della Città.

Ci sono tutti e tre nella storia.

Ecco con quest’ultima breve riflessione chiudiamo anche l’inchiesta sul canile a tempo determinato.

Ancora una volta il nostro lavoro finisce qui.

Abbiamo raccontato una storia in cui a farla da padrona sono state: la FANTASIA, l’INTUIZIONE, la DECISIONE e la RAPIDITA’ D’ESECUZIONE.

Quegli elementi che secondo il pungente sarcasmo del Perozzi (uno dei quattro componenti della allegra brigata di Amici Miei di Mario Monicelli) sommati si esaltavano.

Si concretizzavano nel GENIO.

Un GENIO politico/amministrativo che in questo caso non ci sembra sia stato in toto al servizio della collettività.

(FINE TERZA ED ULTIMA PUNTATA – Per leggere l’anteprima clicca qui – Per leggere la prima puntata clicca qui per leggere la seconda puntata clicca qui)

Clan di Bertoldo