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Raramente come Clan di Bertoldo abbiamo fatto le pulci al Comune di Meta. Non per mancanza di volontà, ma perché il numero di “affiliati” metesi è certamente più basso che altrove ed ultimamente si è dovuta registrare anche qualche defezione. Quando lo abbiamo fatto, però, come nel caso dell’inchiesta Pane, Amore e…Boutique Hotel. ci siamo presi un bel po’ di soddisfazioni (leggi qui).

Per cui certamente non può farci che piacere ritornare a bazzicare dalle parti di quella che viene definita Titograd.

Il compito che ci è stato assegnato è essenzialmente questo:

Capire se il Sindaco Giuseppe Tito è stato davvero un incosciente a non ordinare l’abbattimento dell’albero di Piazza Scarpati all’indomani del deposito della perizia da parte dell’Agronomo Tullio Esposito. Se il Sindaco Giuseppe Tito è stato davvero incosciente ad aver atteso otto mesi prima di far azionare le motoseghe.

Per farlo abbiamo deciso di partire da qui, da questa frase scritta nella relazione dell’agronomo Esposito:

Una frase che di fatto smentisce quanto invece dichiarato, proprio al nostro blog, dal Sindaco Giuseppe Tito. Infatti Tito, nel replicare all’avvocato Francesco Saverio Esposito, aveva detto:

L’Amministrazione ha ricevuto un finanziamento di sessantamila euro dalla Città Metropolitana, per un progetto che prevedeva la sostituzione e la implementazione del patrimonio arboreo. Quel progetto è stato redatto da un agronomo, il dottor Tullio Esposito, che l’avvocato Esposito conosce bene, visto che è suo fratello. Ebbene in quel progetto, tra gli interventi da fare, si prevedeva la sostituzione dell’albero di Piazza Scarpati

Chi ha mentito tra i due: l’agronomo Tullio Esposito o il Sindaco Giuseppe Tito?

Insomma chi è nato prima: l’uovo o la gallina? Il progetto o il parere?

Per capirlo dobbiamo fare il consueto tuffo nel passato, spostando il  nostro datario virtuale al 27 novembre del 2018. E’ in quella data che il Consiglio Metropolitano di Napoli adotta la deliberazione numero 212. Un atto con cui si manifesta l’intenzione…

…di procedere al trasferimento di risorse in conto capitale ai Comuni per interventi di ripiantumazione ed incremento del verde.

Un intento davvero nobile, come riportato nell’atto, perché si colloca…

…nell’ambito di attuazione della direttrice di intervento b) “incremento della qualità della vita tramite la salvaguardia dell’ambiente”.

Fantastico!

A distanza di pochi giorni, 12 dicembre 2018,  sempre la Città Metropolitana adotta la Determinazione Dirigenziale numero 7905 del 12.12.2018. Un atto con cui si approva l’Avviso Pubblico avente ad oggetto:

“TRASFERIMENTI AI COMUNI DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI NAPOLI PER INTERVENTI DI RIPIANTUMAZIONE E INCREMENTO DEL VERDE”.

15 milioni di euro finalizzati esclusivamente a progetti relativi…

…alla realizzazione di interventi, in aree di proprietà comunale per un periodo non inferiore ad anni 20, di sostituzione di piante morte o pericolanti, nuova piantumazione di specie arboree e arbustive autoctone comprensive delle opere ad essi funzionali quali: pacciamatura, impianti di irrigazione, recinzioni e bordi per aiuole, shelter, protezioni e pali di sostegno in legno.

Trascorrono altri sei giorni, ripetiamo, solo sei giorni, e la Giunta Comunale di Meta adotta questa delibera:

Dall’oggetto si capisce che si tratta dell’atto con cui, oltre a decidere di partecipare al bando della Città Metropolitana, viene approvato anche il progetto.

Quindi esiste già un progetto, o forse lo hanno fatto in quei sei giorni.

Chi lo ha fatto però?

L’agronomo Tullio Esposito, come dichiarato dal Sindaco?

Leggiamo bene la delibera e cerchiamo di capire.

Capito un poco?

Il “progetto dettagliato dell’intervento” lo ha predisposto il Funzionario Responsabile del Dipartimento 2 – Settore 2 del Comune di Meta. Il Funzionario Responsabile del Dipartimento 2 – Settore 2 del Comune di Meta però non è l’agronomo Tullio Esposito, bensì l’architetto Diego Savarese. Quindi è l’architetto Diego Savarese che ha predisposto il progetto e deciso quali alberi abbattere e sostituire, compreso quello di Piazza Scarpati.

Che si tratti dello stesso progetto lo si capisce anche dal quadro economico approvato nella stessa delibera.

Eccolo:

I 60 mila euro a cui faceva riferimento Tito nella sua dichiarazione. A questo punto non ci resta che dedurre che il Sindaco Giuseppe Tito abbia sparato una palla incredibile quando ci ha riferito che…

…L’Amministrazione ha ricevuto un finanziamento di sessantamila euro dalla Città Metropolitana, per un progetto che prevedeva la sostituzione e la implementazione del patrimonio arboreo. Quel progetto è stato redatto da un agronomo, il dottor Tullio Esposito, che l’avvocato Esposito conosce bene, visto che è suo fratello. Ebbene in quel progetto, tra gli interventi da fare, si prevedeva la sostituzione dell’albero di Piazza Scarpati.

Se è così, però, come sbuca fuori il nome dell’agronomo Tullio Esposito?

Per capirlo dobbiamo andare avanti di qualche mese ed arrivare al 20 marzo 2019, quando ancora l’architetto Diego Savarese affida all’architetto Marianna Romano l’incarico di Progettazione Esecutiva, Direzione dei Lavori e coordinamento per la Sicurezza in Fase di Esecuzione dell’intervento che è stato finanziato dalla Città Metropolitana. Viene scelto un tecnico esterno, così si scrive nell’atto, per carenza di personale in organico.

E Tullio Esposito?

Per Tullio Esposito bisogna aspettare ancora qualche giorno ed arrivare al 25 marzo del 2019. In quella data, sempre l’architetto Diego Savarese, approva una determina in cui scrive…

… che, in seguito all’incontro programmato, è stata digitalmente sottoscritta apposita convenzione tra la Città Metropolitana di Napoli, rappresentata dal Dirigente della Direzione Ambiente, Sviluppo del Territorio, Sanzioni, Ing. Maria Teresa Celano, ed il Comune di Meta, rappresentato dallo scrivente Funzionario, nella qualità di Responsabile del Procedimento; trasmessa al protocollo comunale in data 06.03.2019 con n°0003595.

C’è un problema quella convenzione ha un allegato, l’allegato “A”. E’ un allegato, ma è importante.

Leggete il perché:

In pratica dalla Città Metropolitana fanno sapere che, per potere avere i dindini, devono dimostrare che le piante da abbattere, previste nel progetto redatto dall’architetto Diego Savarese, devono essere…

…morte, in cattive condizioni fitosanitarie e/o instabili

e, non solo, ma che costituiscono…

…pericolo per l’incolumità pubblica.

Non è che le possono abbattere ad minchiam.

Per procedere hanno perciò bisogno di una…

“VERIFICA DELLE CONDIZIONI VEGETATIVE FITOSANITARIE DELLE ESSENZE ARBOREE AI FINI DELLA SOSTITUZIONE CON NUOVE PIANTUMAZIONI”.

Allora non potendo affidare l’incarico…

…a personale interno all’Amministrazione; e ciò, in ragione della circostanza che mancano nell’Organico dell’Ente figure specializzate per tali attività professionali…

…chiamano l’agronomo Tullio Esposito. All’agronomo Tullio Esposito quindi l’ingrato compito di dire se quelle piante che il Comune ha deciso di “fare fuori” e sostituire costituiscono un pericolo per la pubblica incolumità.

Ecco perché l’agronomo Tullio Esposito andrà a periziare solo quelle 14 piante, perché quelle erano state quelle condannate a morte dal Comune.

Ora, considerato che stesso l’architetto Diego Savarese ha dichiarato che…

…mancano nell’Organico dell’Ente figure specializzate per tali attività professionali…

…come accidenti avranno fatto nel Palazzo a sapere, addirittura prima di affidare la perizia, quali piante erano…

…morte, in cattive condizioni fitosanitarie e/o instabili…

e che inoltre costituivano…

…pericolo per l’incolumità pubblica?

Sfera di cristallo, botta di culo o altro?

In poche parole, prima si sono fatti fare il vestito e poi si sono ricordati di farsi prendere le misure.

Non sappiamo voi, ma noi ci stiamo gasando di brutto, pensiamo che sia il caso di andare avanti.

(FINE SECONDA PUNTATA)

Clan di Bertoldo